Scoppia un caso AGCOM sul bando frequenze indetto dal Ministro Gentiloni.
Secondo il Commissario Mannoni, L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
non solo non è stata avvisata dell’uscita del bando ma non è stato nemmeno
chiesto un parere tecnico in merito alle frequenze da assegnare.Il nodo sta
proprio in questo. Alcune di queste frequenze incluse nel bando sarebbero
strategiche per concludere la fase dello switch-off in Sardegna e quindi
andrebbero escluse a priori dagli sviluppi digitali dell’isola.
Il
commissario Agcom Stefano Mannoni sottolinea
“Confidiamo nel fatto che questa lista di frequenze sarà ripulita nei prossimi
giorni e pensiamo che si possa recuperare questo infortunio. Ma le aspirazioni
delle Tv locali devono essere ridisegnate. Il tavolo tecnico della prossima
settimana verrà concepito come una giuria americana: gli operatori non potranno
uscire finché non ci sarà un verdetto, che si chiamerà ‘Piano delle frequenze di
switch-off del digitale terrestre’. Naturalmente invito tutti gli operatori alla
ragionevolezza”. Infine Mannoni sul numero delle frequenze ha concluso: “A
Torino abbiamo chiesto al Ministro se dovevamo considerare per la Sardegna solo
le 11 frequenze che ci ha attribuito Ginevra o anche quelle in corso di
negoziazione con Tunisia, Francia e Svizzera. La sua risposta è stata positiva.
Quindi le frequenze saranno 21 nazionali e 8 locali”.
Ma
c’è anche un’altra cosa da considerare: Lo scorso 12 novembre, l’Autorità ha
pubblicato la delibera 566/07/CONS con la disciplinare per lo svolgimento
della selezione per l’individuazione dei soggetti che possono accedere al 40%
della capacità trasmissiva delle reti terrestri oggetto di cessione
secondo la delibera 109/07/CONS.
Nella disposizione, l’Autorità sottolinea la necessità di coordinare il processo
di cessione della capacità trasmissiva delle reti digitali terrestri con quello
di attuazione del piano delle frequenze per aree geografiche all digital,
tenendo conto degli effetti giuridici derivanti dall’attuazione del piano stesso
e dell’obbligo di cessione che, da un lato, è volta a promuovere l’ingresso di
nuovi fornitori e dall’altro a consentire alle emittenti analogiche di irradiare
le proprie trasmissioni nelle aree del territorio nazionale non servite
idoneamente da propri impianti operanti in digitale terrestre, in attesa
dell’attuazione del piano di assegnazione delle frequenze.
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