Nella delibera 282/11/CONS l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni detta la disciplina per l’assegnazione e l’utilizzo delle frequenze disponibili in banda 800, 1800, 2000 e 2600 MHz per sistemi terrestri di comunicazione elettronica e le ulteriori norme per favorire la concorrenza nell’uso delle altre frequenze mobili a 900, 1800 e 2100 MHz. Su richiesta di Vodafone, Telecom Italia e Linkem, sono stati pubblicati chiarimenti in merito a quanto disposto sugli obblighi di copertura dall’articolo 10, comma 10.
L’Agcom ha precisato che la copertura è verificata «se entro il termine di 24, almeno il 50% dei comuni che rientrano nei piani di copertura in banda 800 MHz sono coperti con tale banda. L’operatore nuovo entrante è tenuto a coprire, entro 84 mesi dalla data di disponibilità delle frequenze, il 50% dei comuni inclusi nel proprio piano minimo di copertura con frequenze a 800 MHz. Per tutti i soggetti aggiudicatari, la restante parte dei detti comuni deve essere interamente coperta con la banda a 800 MHz entro i successivi 36 mesi.
La copertura a 2600 MHz di cui all’art. 10, comma 2, è verificata se per ogni area geografica dichiarata dall’aggiudicatario nei propri piani, nei tempi previsti, almeno il 50% della relativa popolazione è coperto a 2600 MHz, e la restante parte coperta con altre frequenze per uso a larga banda a 900, 1800, 2100 MHz, ove a disposizione dell’aggiudicatario.
Tutte le aree previste dai propri piani di copertura devono essere interamente coperte a 2600 MHz entro 132 mesi dalla data di disponibilità delle frequenze a 2600 MHz. Nel caso di copertura con altre frequenze, l’aggiudicatario rispetta il modello di copertura e qualità del servizio previsti per la banda 800 e a 2600 MHz. In una determinata area, gli aggiudicatari non possono usare le stesse frequenze per assolvere contemporaneamente gli obblighi di copertura a 800 e 2600 MHz fissati dal presente articolo».
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