Le risorse pubbliche
In ogni caso il Commissario europeo sottolinea il ruolo altrettanto importante dei fondi pubblici di matrice comunitaria. Allude soprattutto ai 300 miliardi di euro promessi dalla Commissione Europea per rilanciare gli investimenti. Ma non è ancora ben chiara né la fonte delle risorse, né tantomeno la ripartizione tra i settori bisognosi di sussidi. Il vicepresidente dell’Esecutivo UE, Jyrkki Katainen, non ha ancora chiarito se i fondi saranno finanziati prevalentemente dai privati o mediante il debito pubblico. Per quanto riguarda la suddivisione degli interventi, l’economia digitale è in “concorrenza” con i settori dei trasporti e dell’energia. In base alle indicazioni di Oettinger, un ruolo rilevante nella diffusione della banda larga dovranno averlo i fondi strutturali, quantificati a circa 5 miliardi di euro. Obiettivo dichiarato dei fondi è la riduzione delle disparità regionali negli Stati membri. Ma prendiamo ancora l’Italia come parametro di riferimento. L’uso scellerato dei fondi UE nel settennato 2007-2013 è sotto gli occhi di tutti. Le risorse non sono state utilizzate per colmare le lacune delle zone più disagiate, ma per sostituire la mancata spesa nazionale. I dati sono negativi anche per quello che riguarda la velocità nell’utilizzo dei fondi. L’eccessiva lentezza nelle spese denota l’inefficienza della macchina amministrativa. Spesso a frenare gli investimenti è anche la mancanza di una vera e propria azione di concertazione tra le amministrazioni. La cooperazione è fondamentale per assicurare omogeneità agli interventi di sostegno. Parte della responsabilità è da imputare anche alle indecisioni della classe politica, spesso a disagio nella pianificazione di un intervento pubblico settennale. Tutto questo insegna che i fondi strutturali sono una risorsa preziosa, ma hanno una reale utilità solo se vengono utilizzati con raziocinio dagli Stati membri.
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