Nel 2015 il Sud Italia sarà messo meglio del Nord per quanto riguarda la realizzazione di infrastrutture per banda ultralarga? Sembra proprio che sarà così, a giudicare dalla natura dell’intervento del Governo. Infratel, la società in house del Mise, ha l’ardua missione di attuare il Piano Nazionale Banda Larga in Italia. Stando alle dichiarazioni dell’amministratore delegato Salvatore Lombardo, i fondi comunitari in scadenza saranno utilizzati in favore di Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. Finanziamenti nell’ordine di 12 miliardi saranno corrisposti dal Governo per colmare il divario digitale. L’Esecutivo viene, pertanto, incontro alle dichiarazioni del Commissario UE Gunther Oettinger, che aveva suggerito ai singoli paesi di intervenire per azzerare le differenze tra le zone interne. Ma bisognerà usare i fondi un po’ meglio di quanto fatto nel settennato 2007-2013. In quel periodo le risorse non sono state utilizzate per colmare le lacune delle zone più disagiate, ma per sostituire la mancata spesa nazionale. Spesso a frenare gli investimenti è anche la mancanza di una vera e propria azione di concertazione tra le amministrazioni. Con tutte le buone intenzioni, è difficile ipotizzare che l’Italia possa coprire tutto il suo territorio con banda ultralarga entro il 2020. Al momento la percentuale è del 20%. Non è di facile attuazione nemmeno l’altro obiettivo di Matteo Renzi: dotare il 50% della popolazione di connessione a 100 megabit, sempre entro il 2020.
Tornando a previsioni più immediate, Infratel assicura che per il 2016 saranno coperti circa 1140 comuni. Per l’appunto le regioni a beneficiare maggiormente dell’intervento pubblico saranno quelle del Sud, storicamente più arretrate. Un importante ruolo, riguardante la velocità delle connessioni, spetterà agli operatori privati. Anche in base alle indicazioni di Infratel le carenze infrastrutturali vanno di pari passo con quelle relative alla cultura digitale. Recenti sondaggi rilevano che l’Italia è tra i paesi meno abituati all’uso di Internet in Europa. Il Governo sembra essersi attivato anche su questo fronte. Lo testimonia il lancio del progetto EducaTi, avente ad oggetto lo sviluppo delle nuove tecnologie nelle scuole. L’iniziativa è frutto di un accordo tra Telecom Italia e il Ministero per l’Istruzione, finalizzato a conferire ai giovani maggiori conoscenze nell’ambito della programmazione informatica.
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