A dirlo è la Direzione centrale dell’ agenzia delle Entrate, con la risoluzione 120/E/2017 pubblicata ieri in risposta ad un interpello . L’ origine della questione Il trattamento agevolato ai fini Iva dell’ operazione in questione trae origine dall’ interpretazione estensiva che il legislatore della legge di Stabilità 2015 ha dato alla tabella A, parte II, numero 18), allegata al Dpr 633/1972, considerando come «giornali, notiziari quotidiani, dispacci dell’ agenzie di stampa, libri e periodici», tutte le pubblicazioni identificate da codice ISBN o ISSN e veicolate attraverso qualsiasi supporto fisico o tramite mezzi di comunicazione elettronica. Nello specifico l’ agenzia dell’ Entrate ha chiarito, come d’ altronde già aveva fatto nella circolare 20/E/2016, che l’ aliquota Iva del 4% è pure applicabile alle operazioni di messa a disposizione on line dei prodotti editoriali, tra cui giornali, libri, periodici eccetera. Nel caso in cui tali prodotti sono offerti da parte di una banca dati online, che prevede altresì una serie di servizi aggiuntivi – tra cui ad esempio la possibilità di scaricare alcuni articoli in formato pdf o di leggere l’ abstract – questi ultimi non rilevano ai fini del trattamento Iva applicabile. Ciò in quanto, trattandosi di una banca dati bibliografica, le funzionalità di ricerca offerte all’ utente non costituiscono un valore aggiunto per il consumatore, tanto è vero che tali ultimi servizi sono offerti gratuitamente a tutti gli utenti, anche se non abbonati. In definitiva, restando la funzione principale del contratto di abbonamento quella di consentire di acquisire il contenuto digitalizzato dei libri e delle altre pubblicazioni, che presentano i requisiti richiesti dalla legge per il trattamento Iva agevolato, l’ aliquota Iva applicabile è senza alcun dubbio quella del 4 per cento.
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