Bagnardi (File): Lavorare per stabilità e Fondo per il pluralismo

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Secondo la presidente della Federazione Italiana Liberi Editori il Governo sta lavorando bene nel processo di Riforma dell’editoria. Stabilità e certezze vengono fuori dalla riunione di venerdì scorso presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria

La Riforma dell’editoria sembra procedere nel verso giusto, soprattutto a garanzia di una certa stabilità per il futuro del settore. Commenta positivamente l’incontro di venerdì scorso a Roma la presidente della File, Caterina Bagnardi. “Sicuramente il Governo e il Dipartimento Editoria hanno fatto un ottimo lavoro nel senso della Riforma, perché dovrebbe dare una garanzia di un fondo per almeno cinque anni”. L’impegno del Governo va quindi nella giusta direzione dopo aver strutturato la Legge Delega ed averne sottoposto i passaggi ai rappresentanti delle federazioni e delle associazioni di categoria. “Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma sicuramente è positivo il tentativo di assicurare una continuità a questo Fondo per il pluralismo, a cercare di sostenere le voci, soprattutto quelle locali ( e in ogni caso della carta stampata). Però ancora non siamo entrati nello specifico, ancora non si è parlato di percentuali piuttosto che quali saranno le nuove modalità per gli accessi”.

Buone notizie per le start up perché, spiega ancora la presidente File, “sarà possibile l’accesso non più con un tetto di 5 anni, ma di 2 anni. Questo significa che sarà più semplice il percorso che fino a qualche anno fa era durissimo: bisognava riuscire a tenere in piedi un giornale senza un sostegno per 5 anni”. Da questo punto di vista ci sono delle novità molto positive, “si tratterà poi di verificare nello specifico e di entrare nel merito e facendo delle proiezioni con quello che significherà il Decreto Legge per le diverse aziende”.

Antonio Funiciello, in nome del sottosegretario all’Editoria Luca Lotti, ha rinnovato la volontà di ripristinare il fondo al tetto dello scorso anno garantendo il 2014, e così anche la sopravvivenza di chi è riuscito a tenere duro finora. “Quello che si profila sembra un passaggio lungo, ma che porta verso nuove prospettive, anche se è chiaro che il futuro resta un’incognita”, prosegue la Bagnardi.

Il Tavolo di venerdì scorso non è stato privo di alcuni passaggi di ‘tensione’, soprattutto in merito ad alcune visioni discordanti circa il futuro: c’è chi ha parlato solo di online, e quindi ha previsto la morte della carta stampata. “Questo crea un attimo un po’ di inquietudine – racconta la leader degli editori indipendenti – noi il futuro non lo possiamo ipotizzare così facilmente. Non sta scritto da nessuna parte che la strada sarà sicuramente quella piuttosto che un’altra”.

“Certo, l’idea della fine della carta stampata ha allarmato tutti noi, perché si corre il rischio di dare vita ad una specie di ‘bazar’ che non è più informazione, o perlomeno non solo”. I processi di cambiamento si accompagnano e sono determinati anche dagli uomini, “quindi siamo noi ora a dover guidare questo cambiamento. Poi starà anche alla richiesta: se i lettori da domani volessero leggere solo dall’online allora tutti noi andremo in questa direzione. Al momento però sappiamo che per quel che riguarda le testate locali non c’è questo tipo di richiesta. Anzi, i giornali locali si vendono e spesso sostengono i giornali online. La sopravvivenza dell’informazione si basa ancora sui giornali cartacei”.

Il Governo, in ogni caso, sembra proprio aver tenuto conto dei suggerimenti ricevuti. “Ben venga l’Iva al 4% per l’online, ben venga la defiscalizzazione per quanto riguarda gli interventi e le pianificazioni pubblicitarie” prosegue la Bagnardi. “E’ importante il discorso di poter accedere con un tetto differente, dei due anni di lavoro. Ci sono delle cose che sono sicuramente positive, finora è stato fatto un buon lavoro volto a creare più stabilità nel settore e il fatto di istituire un fondo per cinque anni dovrebbe essere già un dato importante. E’ importate che all’istituzione del fondo siano costituite anche le regole d’accesso ed i criteri per evitare il rischio di tagli retroattivi magari a metà anno, come già accaduto per il 2012 e che ha creato non pochi problemi alle aziende”, conclude Caterina Bagnardi.

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