BAGNARDI (file):” NON NAVIGARE A VISTA. SERVONO PIANI TRIENNALI”

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La F.I.L.E. (Federazione Italiana Liberi Editori) prende atto delle aperture del Governo e della buona volonta’ dimostrata dal sottosegretario con delega all’Editoria, Paolo Peluffo per integrare con appositi provvedimenti parlamentari i fondi per il finanziamento dell’editoria.

In quest’ottica l’associazione – come si evince dal dibattito in commissione Cultura alla Camera – ”auspica che venga ben presto approvata la risoluzione presentata dall’onorevole Erica Rivolta della Lega Nord, che invita il Governo a integrare, fino alla copertura del fabbisogno, le risorse a disposizione del fondo editoria. Risoluzione che ha trovato altresi’ parere favorevole presso gli altri membri della Commissione, sia di maggioranza che di opposizione”.

A questo proposito – prosegue la federazione – ”ci sembrano, anzi, particolarmente appropriate le osservazioni espresse durante il dibattito in commissione Cultura dall’onorevole Emerenzio Barbieri (Pdl) il quale chiarisce che l’intervento del Governo deve mirare al ripristino del fondo e non soltanto alla sua integrazione; dell’onorevole Riccardo Levi (Pd) che spera che con la disponibilita’ del Governo si proceda a un esame piu’ sereno del progetto di riforma complessiva del settore da parte del Parlamento, e dell’onorevole Giuseppe Giulietti (Gruppo Misto) che ha rinnovato l’invito al rappresentante dell’esecutivo a porre la massima attenzione al tema del reperimento delle risorse finanziarie per il settore dell’editoria.

”Ringrazio l’impegno dei deputati della VI commissione Cultura della Camera e il sottosegretario Paolo Peluffo per la sensibilita’ mostrata” – afferma Caterina Bagnardi, presidente F.I.L.E. -. ”Non e’ pero’ pensabile che si continui a navigare a vista con una politica d’interventi annuali. Sarebbe auspicabile l’elaborazione di piani almeno triennali per dare certezza al mercato e ai lavoratori.

Soltanto in questo modo si puo’ evitare che quanto risparmiato in sede di finanziamenti si trasformi in un aggravio della spesa per gli ammortizzatori sociali”.

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