”Decidere sulle risorse per il fondo all’editoria significa avere un potere di vita o di morte su un segmento importante dell’informazione nazionale. Il nodo fondamentale da affrontare oggi e’ quello delle risorse e delle regole, per questo motivo e’ importante ricordare che il sostegno al settore deve essere regolato da una legge in cui non ci siano margini di discrezionalita”’. Lo ha dichiarato, nel suo intervento all’Assemblea ”La riforma dell’editoria tra tecnologie e pluralismo”, il presidente di F.I.L.E. (Federazione Italiana Liberi Editori), Caterina Bagnardi, che sottolineando come ”i giornali indipendenti siano baluardo per la libera politica, intesa in senso alto.
Ma e’ la stessa politica che deve decidere se vuole fruire di uno strumento di garanzia o archiviarlo”.
”Una recente ricerca dell’Universita’ di Oxford, – aggiunge Bagnardi – oltre a giungere alla conclusione che i contributi ci sono in tutta l’Europa, evidenzia che l’aiuto dello Stato ai media, misurato in euro pro capite, annualmente varia da un massimo di 1.307 in Finlandia a un minimo di 43 euro in Italia. Dal 2008 siamo in attesa della convocazione degli Stati generali dell’editoria, in Francia li hanno realizzati in sei mesi stanziando un 1,2 mld di euro, in Italia sono stati preannunciati piu’ volte, ma non sono mai stati realizzati”.
Su un tema cosi’ delicato e importante come il pluralismo, conclude il presidente di F.I.L.E., ”abbiamo assistito in questi anni a tentativi di aggirare il dibattito parlamentare con inusuali deleghe al Governo. Bisogna pero’ dare un primo merito al Sottosegretario Peluffo di aver riportato il dibattito nel suo alveo naturale, in Parlamento. Dal dibattito in due mesi sono nati piu’ spunti che nei precedenti tre anni di governo”.
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