Volano accuse nel cda dell’Inpgi. Dopo le rimostranze dell’opposizione, che aveva annunciato la possibilità e lo studio di una manovra “lacrime e sangue” finalizzata a raddrizzare il bilancio dell’ente di previdenza, arriva la replica feroce della maggioranza di ControCorrente che accusano, apertamente, gli avversari di diffondere falsità e fare allarmismo “inutile”.
L’intervento della maggioranza, firmato dai consiglieri Domenico Affinito, Ida Baldi, Giuseppe Gulletta vicepresidente, Massimo Marciano, Giuseppe Marzano, Claudio Scarinzi e Massimo Zennaro ha lo stile dell’invettiva risentita: “È grave che dopo le parole chiarificatrici del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha smentito il presidente uscente dell’Ordine, Carlo Verna, escludendo qualsiasi ipotesi di garanzia pubblica per le pensioni dei giornalisti, i consiglieri giornalisti di minoranza dell’Inpgi, in un comunicato affermino il falso, diffondendo inutile allarmismo in una categoria già preoccupata per la crisi del settore”.
E ancora: “Il documento diffuso dai consiglieri di minoranza non è, infatti, “il piano dei tagli Inpgi”, ma, semplicemente, la valutazione dell’impatto economico (peraltro insufficiente) di una serie di misure di riequilibrio dei conti della gestione principale delle quali si è discusso a puro scopo interlocutorio in una riunione informale del Cda. Tagli alla spesa richiesti per legge in caso di dissesto finanziario dell’Istituto”.
Ma non basta: “Su diverse di quelle misure, che ripetiamo non costituiscono affatto un piano organico, non c’è consenso da parte dei consiglieri di maggioranza del Cda convinti, come più volte ribadito, che solo l’ampliamento della base contributiva possa aprire la via ad una soluzione strutturale della crisi dell’Inpgi provocata dal crollo del mercato del lavoro giornalistico”.
Non è finita qui. La polemica si nutre di nuovi temi, ControCorrente aggiunge all’elenco delle doglianze anche la presunta violazione degli obblighi di riservatezza e privacy: “I consiglieri giornalisti di minoranza conoscono la genesi e la destinazione d’uso di quel “catalogo” di misure, ma strumentalmente stanno tentando di farlo apparire per quel che non è. Il loro è un attacco spregiudicato per screditare chi governa l’Inpgi, ma anche, caduta la chimera della cosiddetta “garanzia pubblica” per le pensioni dei giornalisti (che significa unicamente passaggio all’Inps), un tentativo estremo di far saltare il tavolo di confronto con il governo. Tavolo sul quale, tanto più dopo le parole chiare del presidente del consiglio alla conferenza stampa di fine anno, è tornato centrale il tema dell’ampliamento della platea contributiva dell’Inpgi”.
E infine la conclusione: “E’ inoltre molto grave che componenti del Cda dell’Inpgi diffondano documenti interni dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani violando, in quanto amministratori di un ente di diritto pubblico, l’obbligo di legge alla riservatezza”.
Dunque, nel momento più delicato della già travagliata vita recente dell’Inpgi la maggioranza continua a replicare con veemenza agli appunti dell’opposizione che reagisce punto su punto. La vicenda è di quelle fondamentali perché investe in prima persona tutti i giornalisti italiani e si incentra su opportunità giuridiche e politiche che non sono di poco conto dal momento che, insieme alla previdenza dei cronisti, è in ballo anche l’autonomia del mondo dell’informazione.
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