Abbiamo pensato di chiedere ad alcune case editrici di dimensioni, appunto, medio piccole, un intervento sul tema. Per capire quali ricadute potrebbe avere una tale prospettiva in uno scenario già di profondissima crisi (clicca qui per la lista delle case editrici contattate).
AVAGLIANO
Fondata da Tommaso Avagliano nel 1982 a Cava de’ Tirreni, la Casa Editrice Avagliano ha esordito nella saggistica storica e letteraria di ambito meridionale. A partire dal 1992 si è specializzata nella pubblicazione di libri di narrativa, memorialistica e saggistica, inserendosi in una delle principali reti di promozione e distribuzione nazionale. Nel 2005 arriva la svolta determinante, con una nuova sede a Roma e uno staff rinnovato che, proseguendo da un lato nell’opera di repêchage letterario di autori prestigiosi del passato, ha dall’altro arricchito la produzione con una serie di titoli maggiormente orientati all’attualità e alle voci della narrativa e della poesia contemporanea. Attualmente il Catalogo conta oltre 450 titoli, tra cui due best-seller come “Francesca e Nunziata” di Maria Orsini Natale e “Il resto di niente” di Enzo Striano (entrambi tradotti nei principali paesi europei e trasposti in film), tra novità, ristampe e edizioni tascabili.
Se il punto da cui partire è la crisi del mercato editoriale, crisi che oggi interessa il libro in tutta la sua filiera, allora la prima risposta che la fusione Mondadori-Rizzoli deve ai lettori e agli operatori del settore, è alla seguente domanda: può questa operazione essere strategica per la crisi del mercato editoriale, o meglio, è questa operazione un tentativo di risolvere questa crisi?
Purtroppo l’acquisizione della Rizzoli da parte della Mondadori sembra finalizzata più che altro a creare una concentrazione di potere. E dunque verrebbe da chiedersi: l’investimento della Mondadori nell’acquisire la Rizzoli non potrebbe essere destinato a manovre di avvicinamento dei lettori ai libri, cioè in azioni mirate che allarghino il bacino di utenza? Perché è di questo che tutti abbiamo bisogno, ripeto tutti: editori, lettori, librai, scrittori.
Mondadori e Rizzoli sono due colossi del mercato editoriale; un loro rafforzamento in un unico polo significherebbe la riduzione della pluralità delle voci, meno spazio e meno visibilità per i piccoli editori sugli scaffali delle librerie, sulle pagine delle testate nazionali, nelle trasmissioni televisive. Ma bisogna pur ammettere che il problema della visibilità, come quello della distribuzione capillare, da sempre è il mostro contro cui le piccole e medie case editrici combattono senza soluzione di continuità. Allora cosa deve cambiare adesso per la piccola e media editoria una volta per tutte?
Ecco che torna l’importanza delle librerie indipendenti, che devono riaprire i battenti che negli ultimi anni sono state costrette a chiudere; l’importanza dello scouting da parte degli editor che deve tornare a soddisfare la qualità; l’importanza del progetto editoriale che sempre meglio e di più deve identificare il catalogo. La qualità del lavoro, la qualità quindi della proposta al lettore, è l’unica via d’uscita dalla crisi, e non può prescindere dalla capacità di cavalcare i tempi e il cambiamento e magari di anticiparlo, così come non può prescindere da una illuminata imprenditorialità di cui le case editrici di piccole dimensioni sono scarsamente dotate a danno della loro stessa sopravvivenza.
Daniela D’Angelo
Responsabile Redazione Avagliano editore
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