Rcs Mediagroup, mancano all’appello le azioni ordinarie. Ritirato il 5,6% de capitale sociale. Esercitati la metà dei diritti acquisiti all’asta per l’inoptato. Si pensa a manovre speculative o “di difesa” da investitori indesiderati. Si attende la prossima settimana per la mappa definitiva dei soci. E il titolo ieri ha perso il 4,9% a 1,15 euro.
Ma facciamo un passo indietro ricordando che il 16 luglio era il termine per l’esercizio dei diritti d’opzione acquistati durante l’asta per i titoli inoptati indetta la settimana scorsa e poi conclusasi dopo due giorni.
Rcs, l’aumento di capitale è stato concluso al 92,7%. Sono state sottoscritte 300 milioni di azioni per un controvalore di 391 milioni. A questa cifra vanno aggiunti i 18,2 milioni dovuti al consorzio di garanzia, un insieme di banche che hanno rilevato 14,7 milioni di azioni ordinarie e che avranno il 3,46% del nuovo capitale sociale. Ecco che, con l’aiuto del consorzio si arriva a 409 milioni.
Ma ora analizziamo i vari particolari dell’ultima tappa della ricapitalizzazione. Iniziamo dalle azioni di risparmio. I diritti ancora inoptati per le azioni di risparmio di nuova categoria sono stati tutti sottoscritti. Si trattava di 3,4 milioni di titoli, pari al 4,43% del capitale di risparmio di nuova emissione. E anche l’asta per i stessi diritti si è conclusa, al primo giorno con il tutto esaurito. Inoltre se consideriamo anche la prima fase dell’aumento sono state sottoscritte tutte i 77,8 milioni di azioni di risparmio. Quindi il limite preventivato di 21 milioni per questo tipo di titoli dovrebbe essere stato raggiunto.
Passiamo ora alle azioni ordinarie (quelle con diritto di voto). In totale i diritti acquisiti ed esercitati in asta equivalgono al 5,9% del capitale totale post-aumento. In palio c’era l’11,4% dell’intera ricapitalizzazione. In particolare su 48 milioni di azioni comprabili tramite i suddetti diritti, ne sono state sottoscritte 25 milioni, per un controvalore complessivo di 32 milioni. Quindi è stato ritirato il 5,6% del nuovo capitale sociale. Ovvero a circa 11 milioni, se consideriamo il limite massimo di 421 milioni.
Ma chi ha rilevato i diritti di opzione senza esercitarli? Al momento non si sa di preciso. Probabilmente sono stati dei fondi speculativi o investitori di professione. Con l’obiettivo si guadagnarci sul breve periodo. Ma c’è anche un’altra possibilità. Ovvero che qualcuno li abbia comperati per evitare che fossero rilevati da qualche investitore indesiderato. Inoltre l’acquisto dei diritti era anche a buon mercato. In totale costavano circa 300 mila euro. E tutti quelli che non sono stati esercitati sono stati comprati a circa 100 mila euro.
In ogni caso chi avesse superato il limite del 2%, nel caso dei fondi il tetto è del 5%, deve comunicarlo alla Consob. E ha cinque giorni per farlo. Allora, verso il 22-25 luglio si vedrà se è stato un solo azionista oppure più investitori. La prima ipotesi sembra poco probabile, visto che tutti gli editori potenzialmente interessati (vedi Urbano Cairo, Rupert Murdoch) hanno smentito. In ogni caso la titolarità dei piccoli investitori sarà nota dopo che Rcs avrà comunicato la nuova composizione del capitale al registro delle imprese. Quindi una mappa definitiva dei soci del gruppo che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport si avrà la prossima settimana.
Ma già da ora possiamo dire che una parte dei diritti di opzione per le azioni ordinarie non sottoscritte, il quadro azionario si modifica un po’. Ovviamente tutto si sposta in avanti in proporzione all’investimento effettuato. Ad esempio Fiat passa dal 20,123% al 20,5%; Mediobanca dal 15,1% al 15,4%; Diego Della Valle dall’8,8% all’8,99%; Intesa dal 5% al 6,5% (considerando anche le azioni rilevate tramite Banca Imi nel consorzio).
Intanto il titolo della società di via Rizzoli, ieri, ha perso il 4,9%. Le azioni ordinarie sono scese a 1,15 euro, un valore inferiore a quello di collocamento iniziale per la ricapitalizzazione che era di circa 1,2 euro. Tale perdita potrebbe essere dovuta al mancato intervento di un altro grande investitore. Anche se, come detto in precedenza, le carta non sono ancora tutte scoperte.
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