“Se la crisi dell’editoria si dovesse estendere si renderanno necessarie forme di sostegno che superino i 5 milioni di euro gia’ previsti per il Fondo”. Questo è quanto affermato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. In campo editoriale, ha detto Levi, ”si stanno aprendo molte situazioni di crisi e se questa situazione si dovesse estendere non bastera’ piu’ il rifinanziamento del Fondo per l’editoria previsto in 5 milioni l’anno. Ma serviranno forme di intervento piu’ ampie”. ”Per il momento – ha aggiunto Levi – e’ in funzione un osservatorio che riunisce governo, editori e organizzazioni dei giornalisti. Se questa situazione di sofferenza del settore dovesse incrementarsi bisognera’ individuare forme di sostegno diverse”. Levi ha voluto anche tranquillizzare rispetto a voci di tagli drastici, specie a danno dei giornali di partito. ”Non vogliamo spegnere voci o attentare al pluralismo” ha assicurato Levi spiegando che ”per quelle testate che non rientrano nelle nuove norme proporremo un periodo di dodici mesi con l’erogazione di contributi, cosi’ che questi giornali che perderebbero i contributi possano mettersi in regola con le nuove norme per diventrare cooperative o soggetti di gruppi politici”. Piu’ in generale Levi ha sottolineato che il ddl da lui presentato a nome del governo ”e’ aperto ai miglioramenti che mi auguro ci siano, soprattutto nel campo della promozione dell’innovazione”. Lo stesso Levi si e’ detto cosciente dei limiti dinanziari perche’ i fondi per incentivare il passaggio alle nuove tecnologie sono, ha detto, ”scarsissimi” nonostante che questo sia ”il tema vero” insime alla ”promozione della lettura”.
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