«Proporremo come Utenti pubblicità associati (Upa, ndr) di quotare in Borsa l’ Auditel, estremizzando il tema della trasparenza e dell’ indipendenza, oltre a poter raccogliere nuovi capitali ed esplorare nuovi mondi. Entro il 2016 pensiamo quindi di portare Auditel alla quotazione». È quanto ha annunciato ieri il presidente dell’ Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, alla conferenza stampa che anticipa l’ assemblea annuale degli associati. Sassoli ha esordito annunciando che Upa lo scorso anno aveva promesso che si sarebbe adoperata per la riforma di Auditel e la proposta di quotazione «è il risultato di un lungo processo di innovazione promosso da Upa e che ha visto l’ ingresso di Sky e Discovery nel cda della società e alla posizione di maggioranza della componente del mercato nello stesso consiglio». Ora per Auditel, ha spiegato il presidente di Upa, si tratta di fare un ulteriore passo verso la trasparenza e l’ indipendenza. Auditel, che vanta diversi soci fra cui Fieg, Assocom, Unicom, Rai, Rti, La7 e Ti Media, sta realizzando un superpanel costituito da 15.600 famiglie. Quanto alla congiuntura pubblicitaria, «posso confermare – ha aggiunto Sassoli- che nel 2015 gli investimenti in pubblicità cresceranno dell’ 1-2% come previsto a inizio anno». Ovviamente, sono previsioni formulate con la massima attenzione verso la situazione della vicina Grecia e tenendo in considerazione eventuali ripercussioni che ne potrebbero derivare. Il dato, ha spiegato ancora il presidente del’ Upa, prende in considerazione tutti gli investimenti pubblicitari, «è perciò un dato complessivo», ed è previsto che a crescere siano soprattutto la televisione e il settore search, mentre la carta stampata è vista in recupero ma non ancora in positivo. «Il segnale di ripresa – ha detto – va tutavia considerato al di là del numero, perché è un segnale di fiducia nonostante le incrostazioni del sistema». A trainare il settore, ha quindi concluso, saranno soprattutto l’ automotive, le banche, la finanza e i prodotti benessere e salute. Relativamente alla banda larga, che vede l’ Italia peggiorare al 91° posto nel mondo, «ci sono molte parole e pochi progetti, se ne parla molto ma si fa poco. L’ ipotesi Enel ci piace, ma non se ne sa nulla, soprattutto non si sa chi pagherà». Infine, pollice verso sull’ e.commerce «che non si sta sviluppando come dovrebbe». Al termine dell’ assemblea si è riunito il consiglio direttivo dell’ Upa che, oltre ad approvare l’ ingresso di nuovi soci, ha nominato vicepresidenti Lodovico Passerin d’ Entreves e Andrea Imperiali.
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