I dati Auditel bocciano il calcio d’estate: il pubblico si sta allontanando dal pallone in tv. Complici, forse, le gare giocate in maniera troppo ravvicinata, l’ubriacatura di pallone non fa gioire i tifosi ma li allontana dalla ripresa del campionato.
Scervellarsi sulle cause, ora è questo ciò che si deve fare per capire dove e come sia stato possibile che gli italiani abbiano voltato le spalle alla Serie A. Forse il livello di gioco bassissimo, le partite senza pubblico che restituiscono un senso di irrealtà straniante, oppure le troppe partite – magari di sera – che costringerebbero a stare a casa chi, tra le quattro mura c’è rimasto per mesi per colpa del lockdown, e ora sente la voglia irrefrenabile di uscire a sgranchire le gambe.
La crisi non colpisce sono Sky che non riesce più a piazzare un evento nella top ten del campionato. Anche le reti generaliste si sono accorte che il pallone non attrae molto. Lontani i milioni di telespettatori, i programmi sportivi si accontentano di fette di audience che, in altri tempi, avrebbero decretato la sospensione senz’appello dei programmi stessi.
Se le partite e i programmi non vengono seguiti, restano alta l’affezione verso gli highlights, magari da vedere dal cellulare. Bastano le azioni salienti, senza impelagarsi nelle solite discussioni senza fine sull’applicazione delle nuove regole. Il calcio post-lockdown degli italiani non è quello che i network speravano.