Mediaset non ha ancora deciso se partecipare all’asta per le frequenze TV liberatesi con il passaggio al digitale, le cui regole sono state recentemente definite, in via preliminare, dall’Agcom. Gina Nieri, componente del consiglio d’amministrazione e del comitato esecutivo del gruppo, ha spiegato: “se parteciperemo o non parteciperemo dipenderà da cosa c’è scritto nel regolamento dell’asta. Valuteremo sulla base delle nostre convenienze siamo un’azienda“.
Il più grande gruppo televisivo commerciale italiano attende, quindi, il provvedimento definitivo dell’Agcom sulle procedure di gara prima di valutare le proprie opzioni e prendere una decisione. Nieri ha, infatti, chiarito che Mediaset riconsidererà in quell’occasione anche la possibilità di chiedere la conversione del multiplex DVB-H (TV mobile) in suo possesso. Ha, sostenuto, inoltre, che “non c’è un limite Antitrust” riguardo alle frequenze in questione.
Un limite Antitrust, in realtà, è stato fissato a livello europeo in un numero massimo di 5 multiplex per operatore. Mediaset ha, al pari della RAI, 4 multiplex per la trasmissione della televisione digitale terrestre e ne possiede uno per la televisione mobile. L’azienda molto probabilmente ne richiederà la conversione, visto che molti ritengono il DVB-H superato e non economicamente conveniente. Conversione non obbligatoria da parte del Ministero, ma prevista nel nuovo Codice delle comunicazione elettroniche. In questo caso, l’azienda raggiungerebbe il limite fissato dall’Antitrust europeo e non potrebbe partecipare all’asta per le nuove frequenze.
La manager ha concluso con una battuta sul cosiddetto “beauty contest”: “Il beauty contest è il modo in cui in tutta Europa e negli Usa sono state assegnate le frequenze, ossia in maniera gratuita”.
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