Il Tesoro si cautela contro un eventuale insuccesso o un ritardo nei tempi dell’asta sulle frequenze televisive destinate alla banda larga mobile. Il comma 13 della legge di stabilità 2011 prevede che, a seguito della procedura di assegnazione della banda di frequenze a 800 Megahertz (canali 61-69 della banda UHF) e su altre bande, debbano derivare proventi non inferiori a 2,4 miliardi di euro. Con entrate previste nel bilancio dello Stato entro il 30 settembre 2011. Nonostante che la liberazione delle stesse frequenze regolarmente assegnate ad emittenti locali dallo stesso Governo debba avvenire successivamente all’asta, cioè entro il 31 dicembre del 2012.
La norma della legge di stabilità contiene una clausola di salvaguardia in base alla quale, in caso di scostamento rispetto alle previsioni di entrata, il Ministro dell’economica provveda a una riduzione lineare delle dotazioni finanziarie per le missioni di spesa di ciascun Ministero (con esclusione del Fondo ordinario delle Università e delle risorse destinate alla ricerca).
Il Ministero dello sviluppo economico, che ha approvato il disciplinare e Bando di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso sulle frequenze per banda larga mobile, avrebbe perso circa un miliardo di euro. Il tempo condizionale rischia di trasformarsi in tempo presente: Con l’emendamento alla manovra finanziaria approvato ieri sera, il Ministero dell’Economia ha reso definitivi gli accantonamenti disposti in caso di scostamento rispetto all’incasso di 2,4 miliardi entro il settembre di quest’anno. I Ministeri, in altre parole, si trovano a fare i conti coni tagli lineari alle loro missioni di spesa, mentre gli eventuali introiti derivanti dall’asta delle frequenze sono «conseguente mente» destinati al miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Non sarà facile, per i ministeri, in caso di successo dell’asta, essere risarciti rispetto ai tagli “anticipati” dal Ministero dell’economia.
Marco Mele (Il Sole 24 Ore)
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