Stamattina riprende l’asta per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze radioelettriche per i servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda (asta 4G). Nelle prime otto giornate si è arrivati ad un incasso totale di oltre 3,1 miliardi di euro. Che fine faranno questi soldi? In realtà sono già stati assegnati dalla legge di stabilità del 2011 (legge del 13 dicembre 2010, n. 220): il 10% dell’incasso (per un importo non eccedente 240 milioni) dovrebbe essere destinato alle tv locali in qualità di indennizzo per l’abbandono delle frequenze oggetto dell’asta. La liberazione delle frequenze deve avere luogo entro il 31 dicembre 2012. Il resto dei soldi, un bottino che comincia a diventare davvero considerevole, sempre secondo la legge di stabilità, dovrebbero essere riassegnate nello stesso anno al Ministero dello sviluppo economico per misure di sostegno al settore, da definire con apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
L’Agcom, nella sua segnalazione al Governo e al Parlamento (vedi pagina “studi e ricerche”) sulla non estensibilità della Robin tax alle società delle telecomunicazioni, chiede anche misure finalizzate per il settore. Non solo per la diffusione delle infrastrutture (in Italia la percentuale di abitazioni connesse alla banda larga è inferiore al 50% contro una media europea del 61%), ma anche per quella dei contenuti di qualità attraverso misure di incentivazione. Come si legge nella segnalazione dell’Autorità le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) sono alla base del recupero di produttività indispensabile «per migliorare la concorrenza internazionale del Paese e per creare nuova occupazione qualificata». Nessun altro settore «è in grado di accelerare in misura comparabile la crescita e lo sviluppo del paese».
Antonietta Gallo
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