«Per rilanciare il ruolo delle tlc quale volano per lo sviluppo del Paese occorre lasciare agli operatori la libertà di gestire la rete e sperimentare nuovi modelli di business, dando valore all’offerta di banda e alla qualità del servizio». Lo chiedono Asstel e i sindacati dal Forum della filiera delle telecomunicazioni, appuntamento annuale di studio e approfondimento sugli scenari e le prospettive del settore.
«Resta preoccupante il ritardo italiano nella banda larga fissa con 54% di penetrazione (accessi su famiglie), a fronte del 78% del Francia, 72% della Gran Bretagna, 65% della Germania e 61% della Spagna» si legge nel rapporto. L’Italia, con 93 milioni di linee mobili e una penetrazione del 10% della banda larga mobile, mantiene la leadership europea nello sviluppo e nell’adozione di servizi di rete mobile ma solo il 30% degli accessi in banda larga mobile espande il mercato delle famiglie in banda larga, mentre il restante 70% riguarda famiglie che hanno già accesso a banda larga da rete fissa. La colpa però secondo il rapporto è di fattori di natura sociale e culturale: il 40% della popolazione adulta non ha mai usato il PC e, tra gli over 55 anni, ben l’80% non usa internet (50% in UK). Forte è anche la disomogeneità rilevata tra diverse aree geografiche del Paese. Quanto alle imprese, il ritardo tocca in modo particolare quelle di dimensioni medio-piccole.
Manuela Montella
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