“Attenzione a privare i giornalisti della loro rappresentanza sindacale. Il rischio è grosso e le conseguenze potrebbero essere drammatiche”. Lancia l’allarme il presidente dell’Assostampa Campania, Vincenzo Colimoro. E lo fa a pochi giorni dallo tsunami che si è abbattuto sull’associazione di via Cappella Vecchia, “condannata” in Cassazione a sborsare 3 milioni di euro al Comune di Napoli.
I fatti contestati risalgono al periodo che va dal 1985 al 1999 e riguardano il mancato “rilascio” della Casina del Boschetto, storica sede del Circolo della Stampa, nella villa comunale napoletana di Chiaja, dopo un provvedimento di sfratto concesso nel 1985, senza che gli allora dirigenti del Circolo si opponessero.
Nei tre gradi di giudizio, svoltisi a partire dall’anno 2000 fino ad oggi, i giudici hanno prima deciso per l’assoluta infondatezza della domanda di risarcimento proposta dai vertici di palazzo San Giacomo. In appello, invece, hanno condannato il sindacato al pagamento e, infine, in Cassazione, hanno confermato l’ultimo grado di giudizio, rendendo, di fatto, esecutiva la sentenza, notificata poi il 19 giugno scorso. Un risarcimento record, quello richiesto. Che potrebbe costringere il sindacato dei giornalisti addirittura a chiudere i battenti.
Il presidente Colimoro, nella riunione urgente del Direttivo organizzata proprio per fare il punto sull’emergenza, ha illustrato ai vertici dirigenti dell’associazione i fatti, così come sono stati ricostruiti in base ai documenti reperiti nell’archivio dell’Assostampa, sottolineando la necessità di prendere una decisione in “tempi brevi” per affrontare la situazione che si è determinata. Colimoro ha, al tempo stesso, ribadito l’assoluta estraneità ai fatti (nel 1985 aveva appena compiuto 15 anni!) e, quindi, l’assenza di eventuali responsabilità civili o penali degli attuali organismi di governo dell’associazione, così come emerge chiaramente dagli articoli 36 e 38 del Codice Civile.
“Semmai, l’unica, pesante responsabilità che spetta a questo direttivo – ha ricordato il presidente – è quella di cercare una strada per affrontare lo stato di emergenza che la sentenza della Suprema Corte ha determinato. Uno stato che mette a rischio l’esistenza stessa del sindacato”. Un’eventualità, ha concluso Colimoro: “che mette i brividi ed alla quale non vogliamo nemmeno pensare“.
Lo spettro che si profila all’orizzonte, infatti, è proprio quello della chiusura dell’associazione. Con ricadute gravissime sugli attuali livelli occupazionali. Non solo in ambito sindacale, ma anche nella più vasta platea del mondo editoriale campano, teatro delle numerose vertenze e delle tante battaglie ingaggiate dai rappresentanti dell’associazione di via Cappella Vecchia per la salvaguardia dei posti di lavoro. Un’ipotesi da scongiurare a tutti i costi, dunque. E contro la quale si sta battendo lo stesso Colimoro.
Proprio per questo, il presidente dell’Assostampa Campania si è rimboccato le maniche e, quasi in contemporanea con la notifica della sentenza, ha chiesto un incontro urgente ai vertici dell’amministrazione comunale partenopea, nel tentativo di trovare un accordo che possa comunque garantire alla categoria dei giornalisti di poter contare su una struttura sindacale valida e operativa.
L’incontro, che vedrà al tavolo con i vertici dell’Assostampa, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, i rappresentanti dell’assessorato al Bilancio e i dirigenti del settore Affari generali (e forse anche di Avvocatura e Bilancio), è in programma nei prossimi giorni. E si terrà, con ogni probabilità, a palazzo San Giacomo, sede del Comune.
In attesa del “faccia a faccia”, il direttivo dell’associazione è riunito in seduta permanente fino alla data, ancora da fissare, dell’assemblea dei soci dell’Associazione della Stampa.
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