Assocarta: “Cartiere al collasso, rischio stop a produzione”

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Il mondo della carta è ormai vicino al punto di rottura, Assocarta lancia l’allarme: le cartiere cominciano a fermarsi. Gli aumenti dei costi, dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina che viene a complicare una situazione già resa pesante da due anni di pandemia, stanno imponendo lo stop alla produzione. Assocarta, l’associazione dei produttori e delle cartiere italiane, lancia l’ennesimo allarme. E rivela che sempre più stabilimenti si fermano perché la produzione rischia di non coprire nemmeno più il costo del solo gas. La situazione è gravissima e rischia di trascinare con sé il mondo dell’editoria.

Il quadro che ha tracciato Assocarta è drammatico. E restituisce il senso della gravità di una situazione che va peggiorando giorno dopo giorno. Già erano aumenti e non poco i costi delle materie prime per la produzione di carta, adesso con l’impennata dei costi dei carburanti e del gas, diventa insostenibile per gli operatori anche la sola produzione. Assocarta ha analizzato la situazione e ha lanciato l’allarme. “Nell’attuale shock energetico, nel quale le imprese italiane energivore si trovano ad operare sempre più cartiere italiane si stanno fermando perché i costi del gas per produrre una tonnellate di carta sono nettamente superiori al costo di vendita”.

L’associazione dei produttori ha fatto il punto di una situazione che sembra puntare verso esiti drammatici. L’energia si paga dieci volte tanto, per Assocarta è la mazzata finale a un settore già prostrato. ”Se lo scorso dicembre le cartiere italiane pagavano il gas naturale, col quale producono energia elettrica per il funzionamento degli impianti, cinque volte in più, in questi giorni il costo é mediamente decuplicato, con punte di quindici volte di più”.  Il presidente Assocarta Poli ha aggiunto. “In questi giorni stiamo raccogliendo i dati sul settore a livello nazionale sulle fermate o sulle riduzioni già decise e effettuate per scattare una istantanea di un settore dislocato su tutta la penisola con circa 150 stabilimenti che hanno prodotto nel 2021 oltre 9,6 milioni di tonnellate (+12.5% su 2020) generando un fatturato di 8,18 miliardi di euro in aumento del 28,6% sul 2020”.

Oltre i numeri, la situazione. “Incremento che riflette il tentativo di recuperare almeno parte degli ingenti rincari delle materie prime fibrose e di gas, energia e trasporti. Le cartiere italiane si stanno misurando con un peso della solo bolletta del gas sul fatturato aumentato del 400% solo nel 2021/2020, ma dall’inizio del 2022 il dato è molto peggiorato. Ad oggi, le fermate e le riduzioni di produzione dipendono anche dalla tipologia di carta prodotta e dal mercato di riferimento”. Il presidente di Assocarta, ha poi invocato soccorso: “Vanno però immediatamente prese delle misure compensative per i rialzi dei costi energetici a favore delle imprese energivore, pure previste dal Joint European Action. Ad esempio, misure immediate in grado di anticipare i benefici degli stoccaggi in comune e della diversificazione degli approvvigionamenti alle imprese, oltre alla sospensione del mercato della Co2”.

Da Lorenzo Poli e da Assocarta, dunque, giunge un urlo. “Abbiamo resistito, anche producendo in perdita, ma in questi giorni sempre più stabilimenti cartari si stanno fermando e stanno riducendo l’attività. Non ci ha fermato la pandemia, ci sta riuscendo uno shock energetico, a seguito dell’attuale situazione di crisi tra Ucraina e Russia”.  Lorenzo Poli ha poi detto. ”Vanno immediatamente prese delle misure compensative a favore delle imprese energivore. Con le cartiere si sta bloccando l’intera filiera: produzione di imballaggi, di carte igieniche sanitarie, di carte medicali, di carte grafiche per editoria e informazione, economia circolare e riciclo della carta”.

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