Se il 2011 è stato l’anno del boom degli smartphone il 2012 sarà ricordato come quello di avvio in grande stile dei servizi con la tecnologia che sarà il futuro della telefonia mobile. Stiamo parlando dell’Lte, il sistema che permette di navigare a banda ultralarga dal telefonino. In realtà in Paesi come come Stati Uniti, Canada, Corea, Giappone ma anche Germania, Norvegia, Svezia e Lituania in Europa la rete ultraveloce mobile è già attiva. E in effetti sono già parecchi gli smartphone in circolazione a dotarsi della nuova tecnologia di trasmissione tanto che il modello Optimus di Lg ha già venduto oltre un milione di pezzi. Anche Samsung ha aggiornato il suo Galaxy, l’unico cellulare a far concorrenza all’iPhone di Apple, con una versione Lte. Mentre i cinesi di Huawei hanno recentemente presentato il nuovo router Wi-fi Multi-Mode, Lte, l’E589 che permette di collegare fino a 10 dispositivi contemporaneamente. E anche nuovo Ipad 3 di Apple, che dovrebbe essere presentato ai primi di marzo, «sfreccerà» sulle nuove reti Lte. Non in Italia però dato che le frequenze per Lte, che i gestori di tlc mobili hanno pagato a caro prezzo, non sono ancora a disposizione. Lo saranno, speriamo, nel 2013. E sarà una svolta epocale. Con Lte (Long Term evolution) infatti sarà possibile oltrepassare di ben 10 volte la velocità della attuale rete Umts. Il trasferimento dati è promesso a più di 100 Mbps (download) e 50 (upload). «Ovviamente in condizioni ottimali – ha spiegato Renato Lombardi direttore del centro ricerca Lte di Huawei – anche se la velocità media prevista sarà comunque alta, intorno ai 20-30 Mbps». Secondo Lombardi l’evoluzione della telefonia mobile è strettamente legata sia all’Lte sia all’uso del wi-fi che potrà favorire la copertura mobile a banda ultralarga. Purtroppo questa volte l’Italia è in ritardo ma la colpa non è dei gestori che, nonostante il momento non certo favorevole, non hanno esitato a mettere mano al portafoglio spendendo, per le frequenze Lte, oltre 4 miliardi. Peccato che quelle a 800Mhz, le più adatte per questo tipo di tecnologia sono tutt’ora occupate dalle emittenti televisive locali. La speranza è che, in tempi brevi, il governo riesca a riorganizzare lo spettro delle frequenze tv liberando quelle che servono. I gestori comunque inizieranno l’Lte usando altre frequenze come quelle a 2600Mhz ma non c’è dubbio che il servizio partirà davvero quando anche quelle 800 saranno disponibili. Per il momento Tim ha organizzato fino a mercoledì una sperimentazione a Torino presso il punto vendita in via Lagrange. Intanto, nei Paesi che già fruiscono del servizio i costi per il collegamento sono ancora piuttosto alti, intorno ai 50 euro al mese. Il più economico è quello di Telstra, operatore australiano, che propone 8Gb di traffico al mese per un controvalore di circa 30 euro. Si pensa comunque che nel 2016, quando anche le frequenze italiane saranno attive, il servizio sarà offerto intorno ai 20 euro mensili.
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