Si inizia a scardinare la fortezza di Anonymous, il gruppo di attivisti ignoti della rete.
Gli agenti dell’Interpol grazie all’aiuto di una talpa introdotta all’interno della comunità ispanoamericana di Anonymous, sono riusciti nell’arresto di 25 membri.
Gli hacker sono finiti in manette con l’accusa di essere stati tra i fautori dei cyber attacchi ai siti delle istituzioni, come quello mosso al ministero della Difesa colombiano e ad alla biblioteca nazionale cilena.
Per tali reati è prevista una pena di reclusione che va da un minimo di 541 giorni a un massimo di cinque anni di prigione.
Le sorti del caso sono affidate al procuratore Marcos Mercado, prescelto per la sua esperienza in casi di reati informatici.
La conferma dei capi di imputazioni è allo stato dei fatti ancora da accertarsi dal momento in cui le indagini che hanno portato agli arresti degli hacker sono di recente inizio e ci vuole del tempo per ricostruire i legami degli attivisti latinoamericani con altri gruppi illeciti.
Come noto la rete di Anonymous è quanto mai intricata e si compone di finissime maglie che coprono gran parte dell’Europa, ma scardinare il sistema è piuttosto difficile perché ogni cellula è indipendente dalle altre ed opera su fronti diversi, pur condividendo gli obiettivi.
Obiettivi portati avanti con operazioni di defacing, pubblicazione on line di dati protetti e boicottaggio ed oscuramento dei siti istituzionali.
Dall’operazione condotta dall’Interpol sarebbero emersi almeno 4 elementi del gruppo individuati come i presunti responsabili degli attacchi (tutti di età compresa tra 17 e 40 anni).
Alla notizia dei fermi Anonymous replica immediatamente, come si può leggere da un account Twitter brasiliano di Anonymous “Interpol, non puoi prendere Anonymous”.
Arianna Esposito