Alessandro Proto è stato arrestato a Milano con l’accusa di manipolazione del mercato e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza per avere omesso di comunicare alla Consob puntuali informazioni in ordine alle operazioni di compravendita aventi a oggetto titoli quotati su mercati regolamentati. La richiesta di arresto, firmata dal gip Stefania Donadeo, è stata avanzata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Isidoro Palma.
Nel mirino ci sarebbero le comunicazioni relative alla partecipazione nell’azienda Tod’s che fa capo a Diego Della Valle (Proto ha più volte sostenuto in passato di avere acquistato una partecipazione pari al 2,88% della società) e in Rcs, in cui ha comunicato più volte di possedere con un patto parasociale costituito con altri 4 soci, poco più del 3% della società che edita (tra gli altri giornali) il Corriere della Sera.
Proto – prima di essere arrestato dalla Guardia di Finanza di Milano con l’accusa di manipolazione di mercato e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza – ha rilevato il quotidiano per 400mila euro, e rilancia: “Sarà il Fatto Quotidiano di destra”. Tra 20 giorni tornerà alle stampe. L’editore ha annunciato che il prossimo editore sarà una donna, mentre Tommaso Tessarolo resterà l’amministratore delegato. I redattori, licenziati contestualmente alla chiusura del quotidiano, saranno confermati in toto. L’assemblea del quotidiano fondato da Telese ha infatti accettato l’offerta del finanziere – indagato dalla procura di Milano per truffa e per aggiotaggio -, che acquisterà il 100% delle quote del giornale. Proto rileva l’attività a rate: la prima da 120mila euro al momento dell’accettazione dell’offerta, altri 140mila al momento del compromesso e il rimanente insieme alla firma dell’atto notarile. Proto si è anche fatto carico dei debiti – circa 200mila euro – accumulati dal quotidiano duranti i suoi quattro mesi di vita. Per rilanciarlo in edicola, inoltre, l’editore mette sul piatto un capitale di 4 milioni di euro.