APPLE VS SAMSUNG: MERCOLEDÌ IL VERDETTO

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Nonostante i tentativi di pacificazione chiesti dal giudice, l’avvocato McElhinny attacca duro: “Apple ha impiegato anni a sviluppare il suo iPhone, ma Samsung ha preso una scorciatoia copiando i disegni, dopo aver capito che non poteva tenere il passo”. Gli risponderà Verhoeven, diversi quarti d’ora dopo: “I consumatori scelgono, non subiscono inganni”. Le parole non si alleggeriscono nelle ultime arringhe con cui Apple e Samsung si presentano davanti alla giuria che deciderà entro qualche ora quale dei due colossi ha ragione. E assieme ai discorsi dei legali, i giurati hanno all’esame centinaia di pagine, di elaborati e materiale probatorio. Un caso complesso riguardo il quale il giudice Lucy Koh non ha nascosto difficoltà e timori.
La giuria inizierà a deliberare entro mercoledì, ma già per le arringhe finali non è mancata la folla, dentro e fuori dall’aula. Decine di giornalisti, avvocati, analisti e osservatori hanno assistito alle argomentazioni. E sin dalla mattina presto, la coda al di fuori del palazzo di Giustizia era lunga quasi un isolato. Apple e Samsung controllano oltre la metà delle vendite di smartphone in tutto il mondo, e attraversano una controversia su brevetti e idee che rappresenta in maniera efficace la lotta tra le due aziende per la supremazia industriale. In apparenza impostata sul passato, ma che riguarda soprattutto gli anni a venire. Quelli in cui Apple si lancerà nel mercato delle smart-tv e Samsung diversificherà ulteriormente i suoi investimenti. Ma Android è una tecnologia molto importante per la società e un eventuale giudizio negativo potrebbe arrivare a danneggiare persino Google. Una vittoria di Samsung significherebbe di fatto la non validità di molti brevetti Apple, aprendo la strada a possibili imitazioni delle tecnologie registrate da Cupertino. Per la complessità del caso, il giudice Koh ha raccomandato alla giuria massima concentrazione, e i nove membri hanno trascorso più di due ore ad ascoltare le istruzioni su come valutare il caso.
Il legale di Apple Harold McElhinny ha iniziato la sua presentazione subito dopo pranzo, invitando i giurati a prendere in considerazione la testimonianza di un designer sud-coreano che ha dichiarato di aver lavorato giorno e notte sui telefoni Samsung per tre mesi. “In quei tre mesi critici, Samsung è stata in grado di copiare e inserire il risultato di Apple quattro anni di investimenti nel lavoro e nell’ingegno – senza correre rischi”, ha detto McElhinny. Apple chiede più di 2,5 miliardi di dollari per i presunti danni provocati da Samsung. Ma soprattutto, cerca il divieto di vendita dei dispositivi coreani. “Guardate la cronologia degli eventi”, ha detto McElhinny alla giuria, “e capirete dove sta la verità”. Apple batte anche il tasto della confusione che la somiglianza tra i prodotti avrebbe provocato nei consumatori.
La controcausa di Samsung si basa sull’idea che Apple abbia violato diversi brevetti dell’azienda sudcoreana, tra cui alcuni per tecnologia wireless. E in risposta alle richieste sui “patent” da parte di Cupertino, il legale di Samsung Charles Verhoeven risponde dichiarando che “i consumatori non confondono i prodotti. Apple non ha mostrato alcuna prova che i consumatori siano stati effettivamente ingannati”. E ha aggiunto: “I consumatori fanno delle scelte, non errori”. Verhoeven ha poi esortato i giurati a considerare che un verdetto a favore di Apple potrebbe limitare la concorrenza e ridurre le scelte per i consumatori. Secondo il legale, “Apple pensa di avere diritto al monopolio su un rettangolo arrotondato con un grande schermo. Incredibile davvero.”

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