In una nota ufficiale corredata di 10 punti distinti, la società di Cupertino conferma l’attività di rilevamento della posizione geografica sulla versione 4 del sistema operativo iOs ma si affretta a correggere il tiro. L’azienda non fa alcun riferimento né ad un’attività di logging né ad altra tipologia di software installata sui dispositivi incriminati, ma spiega che il tracciamento sia frutto di un’archiviazione dei dati resa possibile attraverso il segnale di copertura wifi e le celle telefoniche localizzate intorno a ciascun iPhone della versione 3G. Questa procedura di salvataggio dei dati di localizzazione verrebbe effettuata in maniera del tutto anonima tramite l’invio delle informazioni al server centrale della Apple, al solo scopo di ottimizzare i tempi e la precisione del servizio di localizzazione per l’utente. Si tratta di calcoli di geolocalizzazione realizzati in maniera estemporanea sul singolo iPhone usando un database di informazioni generate di rimbalzo da altri dieci milioni di dispositivi analoghi presenti nella stessa zona. Dunque non fornirebbe un sistema di localizzazione precisa dell’utente, a meno che quest’ultimo non abbia accordato il proprio consenso per la prestazione di servizi come geotag. Su ciascun dispositivo sarebbe inoltre presente solo un formato ridotto (cache) delle informazioni archiviate, le stesse che verranno inviate in forma criptata ed anonima alla Apple senza dunque risalire alla loro sorgente di produzione.
Eppure la società di Cupertino ammette che la ragione per cui ciascun iPhone tenda a memorizzare un così gran numero di dati sia imputabile ad un bug (un difetto) che l’azienda ha riscontrato e che ha pianificato di correggere in poco tempo. La Apple ammette anche di dover provvedere ad un altro inconveniente, quello generato dal continuo aggiornamento dei dati sulla posizione anche quando i servizi di localizzazione su ciascun dispositivo risulti disattivato. E quasi per prevenire qualsiasi altro tipo di polemica, l’azienda tiene a precisare il proprio intento di raccogliere ulteriori dati sul traffico per ottenerne anche in questo caso un database allo scopo di mettere a disposizione degli utenti iPhone un servizio di linea ancora più efficiente in un paio di anni.
La Apple, ben consapevole del polverone innescatosi negli ultimi giorni sulla questione di una possibile violazione della privacy e della sicurezza consentite dai propri dispositivi, annuncia comunque il rilascio, previsto per le prossime settimane, di una versione gratuita del software di aggiornamento del sistema operativo iOs. Uno strumento che consentirà di ridurre l’ampiezza del database di informazioni desunte dagli hotspots wifi e dalle celle telefoniche sull’iPhone, di far cessare la loro conservazione oltre un periodo di 7 giorni e di cancellare interamente il cache dei dati archiviati quando si disattivi il servizio di localizzazione.
Manuela Avino
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