L’intervista rilasciata dal direttore di Rai Due, Carlo Freccero, al Fatto Quotidiano continua a far discutere. Dopo il glam del caso Ciacci, a tener banco è la polemica sul programma di Carlo Cracco, lo chef che non ha reso – in termini di ascolti – quanto ci si poteva ragionevolmente aspettare. Ma per Freccero non s’è trattato di un dramma: il suo era un programma di quelli “branded content”, ossia commissionati e pagati interamente dagli sponsor.
La questione, però, è diventata politica perché il deputato renziano Michele Anzaldi è determinato a verificare la liceità della strategia di mandare in onda programmi sponsorizzati sulle reti pubbliche. E in un lungo post, spiega: “Su Rai2 aumentano i casi di programmi cosiddetti branded content che si rivelano dei clamorosi flop. E’ urgente che la commissione di Vigilanza affronti al più presto questa situazione. È corretto che la Rai, pagata con i soldi del canone dei cittadini, ceda interi programmi agli sponsor, peraltro con il rischio di fare dumping pubblicitario e sottrarre risorse degli investitori ad altri media, ad esempio alla carta stampata oppure i siti internet, che potrebbero offrire lo stesso servizio?”.
E ancora:”Grazie al canone la Rai conta su tre canali generalisti che rappresentano la storia della tv, ma li usa per trasmissioni totalmente sponsorizzate con la conseguenza che gli ascolti precipitano: è concorrenza sleale? La pubblicità non è la prima voce di introiti per la Rai, ma è abbondantemente superata dal canone che rappresenta i due terzi del bilancio del servizio pubblico. E’ la natura ibrida della Rai, però, a prevedere che ci sia una quota di pubblicità, peraltro vincolata da precisi tetti di affollamento pubblicitario?”. Per Anzaldi, dunque: ”Un conto, però, è fare programmi che garantiscano ampi ascolti, pur in linea con il Contratto di servizio, per soddisfare il più ampio pubblico possibile. Altra cosa e usare i palinsesti delle tv generaliste per cedere intere porzioni di programmazione a trasmissione sponsorizzate, come quella di Cracco ma anche come “Ettore un caffè con”, in onda il venerdì sera su Rai2 e rivelatosi un altro incredibile flop di ascolti.Per introiti ridotti, una piccola quota sul bilancio Rai (lo 0,1-0,2% circa), si svende la credibilità delle reti generaliste, i cui ascolti con le trasmissioni branded content precipitano al picco negativo: è corretto? Chiederò in ufficio di presidenza che ne discuta la commissione di Vigilanza”.