Nel “caso” delle edizioni notturne dei tg da tagliare in Rai irrompe la polemica politica, il commissario di vigilanza Michele Anzaldi ha chiesto di fare chiarezza attorno a quanto sta accadendo in queste ore a viale Mazzini. Il deputato di Italia Viva, intervistato dal sito Vigilanzatv.it, ha messo sul tappeto diversi temi che si agitano sullo sfondo della vicenda. Che sta infiammando, e non poco, i rapporti tra sindacati e dirigenti a viale Mazzini.
Anzaldi ha dichiarato che. “Se davvero, come sostiene la Rai si tratta dello 0.5% di share sui canali 57 e 58, parliamo di una manciata di teleutenti. E un’azienda che, come ha ricordato proprio l’ad Fuortes in Commissione di Vigilanza, ha 300 milioni di debiti, da qualche parte deve pur iniziare a razionalizzare i costi, eliminando gli sprechi là dove sono, e a efficientare la Rai nell’era di Internet”. Dunque ha aggiunto. “Visto poi che si parla di percentuali, di costi, di cifre e in generale di argomenti non immediatamente comprensibili per il cittadino, anziché diramare comunicati allarmanti nei tg del servizio pubblico, sarebbe opportuno fare opera di trasparenza sull’oggetto della contesa tra Usigrai e azienda, anche da parte degli organi di stampa”.
Anzaldi ha proseguito. “In primis, quanti sono gli italiani che sanno cosa sia lo share? Quanti sono gli italiani che sanno quale sia lo share dei canali 57 e 58? Quanti sono gli italiani che sanno quale sia lo share dei canali 57 e 58 in quella fascia oraria? Io, da giornalista, mi sarei rifiutato di leggere quel comunicato in diretta nazionale senza chiarire ciò di cui stavo parlando”. Quindi ha aggiunto. “Essendo la principale azienda di comunicazione d’Italia, la più ricca e quella con il maggior numero di dipendenti, la Rai dovrebbe porsi il problema della corretta comunicazione e impegnarsi affinché il suo messaggio sia comprensibile a tutti, dal primo all’ultimo dei cittadini che pagano il canone”.
Per Anzaldi, però, la situazione va assolutamente resa trasparente. “Cos’ha capito in questo caso il cittadino? Nulla. Prima dello sciopero del 29 dicembre, sarebbe dunque doveroso fare chiarezza nel rispetto dei cittadini che pagano il canone Rai, dal momento che – in ultima analisi – i soldi utilizzati e, nella peggiore delle ipotesi, sperperati, sono i loro”.
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