L’Antitrust ha comunicato le sue risultanze istruttorie in merito alla presunta turbativa d’asta nell’ambito dell’assegnazione dei diritti tv della Serie A per il triennio 2015-2018. L’indagine del Garante per la Concorrenza è durata ben sette mesi. Gli accusati sono Mediaset, Sky, la Lega Calcio e il suo advisor Infront. Questi soggetti avrebbero alterato le condizioni concorrenziali del mercato, precludendo l’ingresso di nuovi operatori. La prima udienza è fissata per il 16/02. Facciamo il punto della situazione. Sky si aggiudicò il lotto A dell’offerta, che consente di trasmettere le partite delle 8 squadre più importanti del campionato. La pay tv si aggiudicò anche il lotto D, relativo a tutti gli altri eventi. E qui nasce l’inghippo. Per questo pacchetto Sky presentò offerte inferiori a quelle di Mediaset e Fox. Il Biscione, peraltro autorizzato da Agcm e Agcom, cedette in sublicenza i diritti a Sky in cambio dell’assegnazione del lotto B. Pertanto l’asta portò alla Lega Calcio 945 milioni di euro, una cifra inferiore a quella del totale delle offerte e minore anche rispetto alla base. Con soli 8 milioni in più Sky si è aggiudicata 78 partite in esclusiva. Mediaset ha speso 100 milioni in più, ma con la Champions League è diventata de facto titolare della migliore offerta calcistica nel panorama televisivo italiano. Ora Sky e Mediaset rischiano una multa pari a mezzo miliardo di euro.
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