Editoria

L’Antitrust ora vuol fare luce sul mondo degli influencer

L’Antitrust scoperchia il fantastico mondo degli influencer. L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha annunciato l’apertura di un’istruttoria nei confronti di Meta e di Asia Valente, una delle influencer più seguite su Instagram. Stando ai rilievi dell’authority, Valente e in particolare Meta, avrebbero omesso di indicare come pubblicitari alcuni contenuti che, invece, sono stati identificati come tali. Nei video, infatti, comparivano ristoranti e strutture ricettive ma i contenuti non erano stati contrassegnati come pubblicità. Né dalla Valente e tantomeno da Meta che “contrariamente alla diligenza professionale richiesta alle piattaforme di media sociali e alle proprie policy di condotta avrebbe omesso di adottare misure idonee a impedire la pubblicazione su Instagram di messaggi potenzialmente ingannevoli”.

La vicenda è importante. Perché tenta di fare chiarezza sul rapporto tra influencer e i loro clienti e fornitori. Insomma, tra chi li paga per ottenere pubblicità e chi dovrebbe vigilare affinché non si verifichino pubblicità occulte che potrebbero influenzare indebitamente gli utenti, specialmente i più giovani. Ma c’è un altro aspetto della vicenda influencer che l’Antitrust vuole sviscerare bene. Si tratta della questione dei “mi piace”. L’autorità garante, infatti, ha spiegato che Meta “non svolgerebbe verifiche in merito all`autenticità delle interazioni sulla propria piattaforma in modo da evitare la raccolta artificiale di mi piace e di follower”. Insomma, la casa di Zuckerberg, che sulla compravendita di fans e followers basa una parte importante del suo business, non farebbe nulla per regolamentare questo aspetto e finirebbe, così, per “drogare” il mercato digitale degli stessi influencer.

L’Antitrust aveva messo nel mirino gli influencer già da tempo. Risale a sei anni fa, precisamente al 2017, la prima “indagine” sulle loro attività online. E la prima decisione legata alla necessità di fare ordine e di regolamentare la pubblicità in rete anche se effettuata con metodi innovativi come quelli, appunto, dei video e dei contenuti dedicati dagli influencer.

Luca Esposito

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