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ANTITRUST CONTRO APPLE PER PREZZI E-BOOK. AGLI ATTI ANCHE LE INTERVISTE A JOBS

Apple e altre 5 case editrici unite per innalzare il prezzo degli e-book. L’Antitrust degli Usa e dell’Ue potrebbe trattarsi di un cartello contro il libero mercato. Il processo è tra un anno. Verranno acquisite agli atti le interviste rilasciate da Steve Jobs per l’autobiografia scritta da Walter Isaacson.
Antitrust contro Apple, la storia si ripete, sotto mutate forme, ma si ripete. Cupertino avrebbe innalzato il prezzo degli e-book. E lo avrebbe fatto tramite un accordo con i 5 maggiori editori del Paese: Hachette Book Group, HarperCollins Publishers, Macmillan Publishers, Penguin Group e Simon&Schuster. In pratica, tutti i più importanti ad esclusione di Amazon. Tramite tale intesa le aziende si sarebbero accordate per non farsi concorrenza tra loro, imponendo, inoltre un prezzo al dettaglio superiore a quello finora praticato.
Il caso è sorto lo scorso aprile, anche in seguito ad una precedente class action dei cittadini americani. C’è da precisare che gli ebook sono sottoposti ad un regime di vendita diverso dai libri tradizionali. Questi ultimi vengono infatti venduti a un prezzo all’ingrosso deciso dagli editori (circa la metà del prezzo di copertina) al quale si aggiunge il margine del venditore. Gli ebook invece sono offerti tramite il «modello agenzia», suggerito a suo tempo da Steve Jobs: ovvero, le case editrici stabiliscono direttamente il prezzo finale, di cui il venditore ottiene il 30%. Inoltre non è possibile svendere il titolo con sconti o promozioni varie. E proprio per questo che l’Antitrust ha annusato “puzza di violazione” del libero mercato.
In ogni caso il processo si terrà il 3 giugno prossimo. Il tempo per eventuali accordi c’è tutto.
Tuttavia qualcosa già si è mosso. La “massa” degli imputati si è già sfoltita. Infatti 3 dei 5 editori coinvolti (Hachette Book Group, HarperCollins Publishers, Simon&Schuster) hanno già deciso di sottostare alla richiesta del governo statunitense. Dunque il cartello già si è sciolto in quanto la difesa non sarà unanime.
Ora rimangono in 3: MacMillan, Penguin ed Apple. Quest’ultima sembra intenzionata a non cedere. Intorno la metà di aprile, l’avvocato dell’azienda, Daniel Floyd, aveva specificato che Apple avrebbe combattuto il Dipartimento di Giustizia in tribunale. Il colosso di Cupertino vuole dimostrare che la sua politica dei prezzi “stabili” (troppo rigidi per l’Antitrust) era ed è finalizzata ad impedire un monopolio di Amazon con il marchio Kindle (il software che legge gli e-book per Amazon).
C’è da ricordare che il cosiddetto modello “agenzia” (30% ad Apple per la piattaforma, 70% alle case editrici) è stato introdotto da Jobs proprio per contrastare l’ascesa di Amazon. Quest’ultima, per acquisire clienti, attuò una politica dei costi estremamente competitiva (si parla di 9,99 dollari su ogni e-book). Si trattava del cosiddetto modello “all’ingrosso”, usato sia per le edizioni cartacee che per la prima generazione di ebook (quelli venduti principalmente su Amazon e letti dall’e-reader Kindle) . Tale metodo prevedeva che gli editori cedessero ai rivenditori i libri a un prezzo di circa la metà di quello in copertina. I rivenditori erano poi liberi di offrire sconti rinunciando anche al proprio guadagno. Il tutto per acquisire fette di mercato.
Tale strategia agli editori non è piaciuta (MacMillan, ad esempio, ha subito ritirato i propri titoli dallo store di Amazon). Gli editori consideravano questa politica un attacco al valore commerciale dei loro prodotti: una corsa al ribasso che li avrebbe messi in seria difficoltà per tutelare i propri margini di guadagno.
Per questo motivo alcune case editrici hanno accettato il modello “agenzia” proposto da Apple che nel frattempo stava allestendo la propria piattaforma. Il prezzo di copertina viene in questo caso fissato dall’editore e al rivenditore spetta il 30 per cento, ma non il diritto di svendere il libro.
La vicenda è complessa ed ha implicazioni internazionali. Infatti sono scesi in campo 16 stati, tra cui Porto Rico. Tutti contro Apple. E anche la Commissione europea ha aperto un fascicolo per valutare pratiche anticompetitive sui libri digitali nella piattaforma dell’azienda di Cupertino.
Ora, tra gli atti saranno inserite anche le interviste fatta da Walter Isaacson a Steve Jobs per l’autobiografia di quest’ultimo. Tali dialoghi pare siano diventati oggetto legale e potrebbero servire per scovare dei particolari della vicenda.
«Isaacson ha effettuato numerose interviste a Jobs mentre il numero uno di Apple era coinvolto nell’entrata di Apple sul mercato degli e-book. Jobs ha discusso la strategia e-book di Apple e le trattative con Isaacson». Lo ha riportato l’agenzia Bloomberg citando una lettera dal legale dello scrittore.
Come dire, tutto fa brodo per districare una vicenda così complessa e influente.
L’affare degli e-book sta crescendo a dismisura. Le vendite sono aumentate del 117% nel 2011. È la nuova “editoria” che avanza. Il tutto senza costi di stampa e spedizione, ma con più profitti. Ma come abbiamo visto i dilemmi non mancano: «Come regolare il nuovo mercato? Come vendere gli e-book, e a che prezzo?
Nelle ere di transizione prendere le giuste misure economiche e legali non è sempre facile.

editoriatv

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