Il presidente della Federazione italiana editori di giornali, Giulio Anselmi, ha aperto la XV edizione della Conferenza Internazionale per l’industria editoriale e della stampa italiana al Museo dell’Automobile di Torino. «Tante volte i giornali sono stati dati per morti, sono ancora vivi. Attraversano uno stato di crisi superabile», ha detto Anselmi ricordando i numeri della crisi: nei primi tre mesi dell’anno la pubblicità nei giornali ha subito un calo dell’8,7% «rispetto a un anno già pessimo» e le vendite hanno subito una caduta del 5%. «Se si vuole che ci sia un futuro – ha sottolineato Anselmi – occorre una politica industriale di sviluppo» e le strade da seguire sono tre. Innanzitutto la multimedialità, che «per molti giornali è ancora poco più di uno slogan: se ne parla tanto e si trovano giornalisti che oppongono resistenza quasi come se non fosse una condizione di sopravvivenza», rileva il presidente della Fieg. C’è poi «un problema industriale di singoli stabilimenti che hanno un eccesso di capacità produttiva e devono essere rilanciati». Terzo, il problema della filiera editoria, stampatori e distribuzione. «Non bisogna dimenticare – ha concluso Anselmi – che i prodotti devono essere di buona qualità. Ci dobbiamo riuscire, solo così la parola carta avrà quel valore nobile che aveva in passato e ha finito per stemperarsi. Sono convinto che la carta continuerà a essere portatrice di elementi di credibilità e solidità».
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