ANONYMOUS: GIU’ LA…MASCHERA

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Cosa può avere in comune Anonymous, il celebre “attivista” della rete, con una delle più grandi aziende familiari statunitensi? Semplice.
La risposta sta proprio nella maschera adottata dal più famoso pirata del web come simbolo identificativo del suo gruppo: i baffi lunghi, l’incarnato ceruleo ed un beffardo sorriso di sfida.
Fin qui nulla di nuovo, se non fosse che la maschera in questione è prodotta dalla Rubie’s Costume Company, azienda che conta più di tremila dipendenti in 14 paesi ed appartiene ai Beige, danarosa famiglia di New York.
Non tutti i proventi della vendita della maschera, tuttavia, finiscono direttamente nelle tasche di mister Beige.
Parte del ricavo, infatti, va diviso con la Warner Brothers che detiene i diritti della maschera messa a punto per la pellicola “V per Vendetta” dei fratelli Wachowski, e ad Amazon che la distribuisce.
Nel complesso si tratta di un business che fa girare una sostanziosa quantità di dollari e che, cosa strana, vede in Anonymous – che pure ha fatto della lotta alle multinazionali la propria bandiera (vedi Occupy Wall Street) – uno dei principali “attori” di questo fruttuoso circolo di denaro.
Un assist involontario? Gli astuti Robin Hood della rete non sapevano di indossare un oggetto appartenete al tanto denigrato apparato dei big del merchandising? Difficile credere ad una distrazione così lampante, soprattutto da parte di chi ha più volte dimostrato dimestichezza con i meccanismi del web e quindi anche con i simboli della rete.
Insomma: cade … la maschera e con essa anche i principi (sebbene contestabili) di un movimento che sta iniziando a mostrare le prime crepe.
Tutta questa storia, però, ci insegna che anche i ricchi piangono.
Sì perché la seconda metà del 2012, con buona pace della Rubie’s Costume Company, ha fatto registrare un calo nelle vendite delle … maschere!!. Insomma, forse è meglio che Anonymous si sbrighi a sferrare il prossimo attacco, altrimenti mr. Beige rischia di non portare la pagnotta a casa.

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