ANONYMOUS CONTRO I RESPONSABILI DELL’ATTACCO AL BLOG DI BEPPE GRILLO

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La resa dei conti è arrivata: Anonymous Italia – o meglio la community italiana che fa capo al movimento hacker più famoso del mondo – ha cacciato “con ignominia” i responsabili dell’attacco contro il sito di Beppe Grillo. Si tratta di tre persone che, per testare una nuova botnet, hanno pensato che quello fosse un target accettabile. “Ma erano in minoranza, e non possiamo accettare che qualcuno decida contro il parere della maggioranza”, racconta oggi uno dei più anziani membri della community.

Esattamente una settimana fa, il sito dell’ex comico genovese, ormai leader politico del Movimento 5 stelle, è finito offline poco prima delle 16 ed è rimasto fuori gioco per oltre 10 ore. Il comico aveva prima chiesto aiuto proprio ad Anonymous per tornare attivo, salvo essere poco dopo sorpreso da un durissimo comunicato sul blog ufficiale che rivendicava l’attacco e che, tra decine di accuse, diceva: “Sei un populista senza arte né parte, per questo abbiamo deciso di darti un po’ della nostra attenzione”.

Il movimento ha reagito duramente, prendendo subito le distanze dall’attacco. Su Twitter in particolare, le accuse sono state immediate. E un membro ci spiegava: “”Non sono altro che cani sciolti. Sembravano seri, in realtà cercano notorietà”. In nottata una mini retromarcia: veniva cancellato il post di rivendicazione e si spiegava che il la community avrebbe votato sulla legittimità dell’attacco.

Poi appunto la resa dei conti: uno dei vecchi membri ha ripreso in mano AnonOps, d’accordo con tutti gli altri ha bandito il responsabile con altri due hacker che gli hanno dato supporto. E parla di “motivazioni risibili/infondate/difficilmente verificabili con cui si giustificava” l’attacco.

Il problema di Anonymous è che si tratta, spiegano sempre dall’interno del movimento, di una community fluida, senza gerarchia e con un senso della partecipazione molto diffuso. Comunicano solo attraverso canali irrintracciabili, come le chat Irc, e lì decidono gli attacchi. Ma non sempre i veterani possono esserci. “Questo attacco – continua – è stato un fail clamoroso,non solo perchè Anonymous non ha nulla contro Grillo (che porta avanti le sue attività senza percepire soldi pubblici, quindi fuori dalla nostra area di interesse) ma anche
perchè si poteva considerare come un mezzo d’informazione, seppure non accreditato. Purtroppo questa storia ha minato alla base la residua credibilità che potevamo avere e me ne dispiace infinitamente”.

E ora? Il problema potrebbe riproporsi, anche attraverso le stesse persone: “Ovviamente nulla gli impedisce di tornare sotto altre identità,visto che non chiediamo un passaporto per partecipare”. Il problema di un movimento fluido, che non ha un capo.

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