ANNOZERO PUÒ TERMINARE, È DEFINTIVO L’ADDIO DI SANTORO ALLA RAI

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La Rai non mette le manette a Michele Santoro e lo lascia libero di andare, rispettando la decisione del conduttore di non rimanere all’interno dell’azienda solo
per una sentenza della Cassazione.
Il saluto al suo pubblico, Michele Santoro lo darà durante l’ultima puntata di “Annozero” domani sera, dato che in Rai non ci sarebbe stato spazio né fisico né materiale per una conferenza stampa di congedo del giornalista, chissà che il solito rito di apertura del programma: “Annozero può cominciare” non sia sostituito al termine da: “Annozero può terminare”.
Ancor prima che Santoro annunciasse il suo addio già circolavano le voci sul suo probabile trasferimento su La7, voci che per il momento il giornalista non ha né confermato né smentito ma rimandato ad Enrico Mentana che durante il suo Tg su La7 aveva dato per certo l’approdo di Michele Santoro sul suo canale.
Dal canto suo il direttore generale della Rai Lorenza Lei prova a spiegare e giustificare il congedo di Michele Santoro dal suo punto di vista, rivendicando il recupero di un’autonomia editoriale e la possibilità di pianificare una programmazione autonoma da vincoli, ed a tal proposito al posto di “Annozero”, la Rai sembrerebbe volerlo rimpiazzare dalla prossima stagione con un programma di tutt’altro genere, il talent show “The Voice”, format importato dagli Stati Uniti.
Non sembra una sostituzione equa dal punto di vista dei contenuti, dal momento in cui il pubblico che seguiva Santoro con tanta costanza e che lo ha reso il programma di punta delle seconda rete, si ritroverà di fronte all’ennesimo talent fotocopia importato dall’estero.
Se sulla seconda rete si respira aria di cambiamenti e traslochi, anche su Rai tre le cose non vanno meglio soprattutto per Fabio Fazio, il cui contratto è appeso ad un filo come quello della Gabanelli e Floris, il che muoverebbe il direttore di Rai tre Paolo Ruffini a valutare con sempre più fermezza una nuova avventura televisiva, in cui un direttore di rete può programmare un palinsesto che non sia costantemente minato da interessi economici e politici.

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