L’emittente satellitare ha chiesto e ricevuto le carte da TIMedia. Mediaset al palo senza documenti. Ancora in corsa Cairo, Ben Ammar e il fondo Clessidra. La concorrenza è internazionale. Interessati anche gli americani di Discovery Channel, i tedeschi di Bertelsmann e i cinesi di 3 Italia.
L’ad di Sky Italia, Andrea Zappia, a giugno, ha assicurato: «Non c’è alcun interesse reale. Vogliamo solo vedere i documenti. Quando un operatore così grande è in vendita, non si può restare indifferenti».
A questo punto qualche dubbio viene. Il colosso di Murdoch potrebbe essere interessato. In effetti Sky ha tutte le carte in regole per subentrare con forza nel digitale. Voleva farlo con beauty contest. E poi, causa eccessive lungaggini (o per altri motivi) si è ritirata.
L’intenzione del gruppo di Murdoch non possono essere nascoste viste le trattative avviate anche con il gruppo Espresso. Infatti, nei giorni scorsi, si è parlato di un unione tra i contenuti e la tecnologia Sky con le frequenze dell’Espresso. Obiettivo? Creare un emittente che conta al numero 9, al posto di Deejtv.
Sarebbe nulla a confronto dell’acquisto di TIMedia. Con i 3 multiplex della controllata di Telecom , Sky avrebbe canali a iosa: sia per trasmettere in chiaro che per la pay.
E un ingresso di Sky cambierebbe tutto il mercato televisivo. Rai e Mediaset, già in crisi, rischierebbero grosso.
Intanto dalle parti di Cologno Monzese regna ancora il silenzio. “Non comment” per i documenti non ricevuti; non si sa se l’interessamento del Biscione sia (e sarà solo) un’azione di disturbo.
E comunque, anche se il Biscione dovesse essere realmente interessato, ci sarebbero i vincoli dell’Antitrust. In effetti si creerebbe una sorta di oligopolio televisivo:4, 5 , 6, 7, 8 canali di seguito ad una stessa società. Quest’ultima, inoltre è proprietà di un leader politico che, potrebbe, come ha accennato anche Mentana, anche diventare di nuovo Presidente del Consiglio. Dunque l’influsso si allargherebbe anche alla Rai, sempre in qualche modo influenzabile dai partiti. Troppo. Decisamente troppo.
Ma i problemi sul pluralismo e sull’abuso di posizione dominante possono sempre essere risolti. L’ad di TIMedia, Giovanni Stella, ha dichiarato che in Italia non è mai un problema di leggi. «Quelli di Mediaset fanno». E poi si vede. Rete4 docet. Inoltre la legge Gasparri permetterebbe l’acquisto: è possibile possedere fino al 20% del Sic. E Mediaset rientrerebbe nei limiti anche con il “bagaglio” di TIMedia.
Insomma tutto è ancora possibile. Non è escluso che la spuntino “gli amici” di Berlusconi. Infatti Cairo, Ben Ammar, e il duo Bassetti-Sposito (del fondo Clessidra) sono (o sono stati) non lontani dal giro d’affari del Cavaliere. E tutti e 3 sono in lizza.
Ma l’asta è internazionale. Il gruppo Rtl, che fa capo alla multinazionale tedesca Bertelsmann, Discovery Channel, controllata da Liberty Media (ma anch’essa, forse, è stata esclusa dal “information memorandum”) e 3 Italia potrebbero dare battaglia.
Dal 24 settembre, data per la presentazione delle offerte non vincolanti, sapremo qualcosa di più.
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