ANCHE LA CARTA STAMPATA VUOLE IL SUO GENTILONI

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Non c’è che dire. I numeri parlano chiaro. Da quando Gentiloni è diventato Ministro delle Comunicazioni i cordoni finanziari dello Stato si sono notevolmente aperti riguardo l’emittenza privata ed in particolare quella locale. Dopo i fondi reperiti nella finanziaria 2007, Gentiloni raddoppia addirittura con un pacchetto telecomunicazioni. Tutto a beneficio del pluralismo. Si tratta di un pacchetto che si aggiunge alle misure inserite del decreto collegato.
Nel dettaglio, aumentano di 10 milioni di euro nel 2008 i contributi alle emittenti locali televisive e radiofoniche per sostenere il pluralismo dell’informazione in vista della transizione dalla trasmissione analogica a quella digitale. Il contributo complessivo per le emittenti locali nel 2008 ammonterà quindi a circa 150 milioni. Viene inoltre aumentato il fondo per il passaggio al digitale di 20 milioni per il 2008 (più i 40 già previsti). Infine viene introdotta una modifica dell’articolo 44 del Testo unico della radiotelevisione per creare le basi per la promozione della trasmissione e della produzione di opere audiovisive europee e italiane da parte di tutte le emittenti televisive, pubbliche e private. In particolare l’articolo amplia la platea dei soggetti «broadcaster» obbligati ad investire nelle opere cinematografiche: in pratica si aggiunge a Rai e Mediaset, anche Sky e i gestori telefonici. Insomma non c’è che dire. Gentiloni ha giustamente a cuore le tv locali. Ma Gentiloni non si potrebbe occupare anche delle piccole realtà dei quotidiani locali? Purtroppo stiamo parlando di altre competenze (vedi DDL Levi) ma in un mondo in cui la comunicazione vive in piena convergenza tecnologica viene logico pensarci.

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