Il gruppo di attivisti anonimi della rete che tanto tiene alla propria identità celata, tanto da identificarsi con il nome di Anonymous ha stavolta invece fatto forte e chiaro nomi e cognomi di chi come Anthony Bologna, supervisore del dipartimento di polizia di New York, è ritenuto responsabile di aggressione ai dimostranti durante la sommossa: «Occupy Wall Street» del 24 Settembre 2011.
Il poliziotto sarebbe ritenuto colpevole di aver abusato del ruolo che ricopriva, facendo uso su due delle ragazze scese in piazza contro il predominio delle multinazionali all’urlo di : «Wall Street is our street», di spray urticante al peperoncino.
Una volta che il gruppo di hacker della rete ha scoperto le generalità del poliziotto, non è stato difficile ricavarne altri dati personali, grazie ad uno strumento come Pastebin: una bibbia per le comunità hacker.
Pastebin altro non è che un’applicazione web che consente di caricare stringhe di testo con la possibilità da parte di chiunque di essere visualizzate, è così che è accaduto per Anthony Bologna, raccogliendo tutti i dati reperibili su di lui, ed aggravando la sua posizione già sottoposta all’attenzione della polizia di New York che ha giudicato il suo comportamento non aderente al regolamento vigente che prevede l’utilizzo dello spray solo quando si ritiene con ragionevolezza che sia necessario per arrestare qualcuno che oppone resistenza.
Il caso del poliziotto smascherato per ironia dalla sorte proprio dai soggetti cui voleva denunciare, solleva due questioni tanto retoriche quanto costanti: Quando e in che misura va tutelata la privacy di una persona, evitando di diffondere i suoi dati nella piazza pubblica del web? E quando invece applicazioni come Pastebin diventano anche strumenti di difesa e di denuncia da parte di chi ha subito reazioni ritenibili eccessive dalle forze dell’ordine?.
Indubbiamente in entrambi i casi andrebbe adottata una giusta via di mezzo, nella quale risiede forse l’equilibrio, ma al di là delle considerazioni diplomatiche c’è da prendere atto di come la grande muraglia della rete che vede social network in testa , ha ormai sconvolto l’assetto sociale e culturale del nostro paese e il collettivo di Anonymous prende sempre più piede.
Arianna Esposito
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