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ANCHE GLI USA SI ‘ACCORGONO’ DI GOOGLE: PARTE INCHIESTA PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

Digitate su Google le parole “Google” e “antitrust” e scoprirete che Google sta finendo sotto inchiesta. La notizia è uno schiaffo per il gigante di Mountain View che a Wall Street – in una giornata in cui tutti gli indici tendono al rosso – perde già il 2 per cento mentre dal quartiere generale nessuno vuole confermare. Ma la Federal Trade Commission, la commissione Usa che sovrintende al business e al commercio, avrebbe davvero aperto un’inchiesta in cui sospetta il motore di ricerca più famoso del mondo di approfittare della sua posizione dominante per incanalare sul suo network risorse destinate ai rivali.
Non è la prima volta che la creatura di Larry Page e Sergej Brin deve affrontare traversie giudiziarie. Ma stavolta a puntare il dito contro i giganti americani di internet non sono i sospettosissimi europei, che prima avevano sollevato le accuse di violazione della privacy e poi si erano avventurati, già nell’autunno scorso, nello scivolosissimo terreno dell’antitrust, con l’Unione europea scesa direttamente in campo. Questa volta la battaglia si gioca tutta in casa: e al livello più alto. L’inchiesta aperta, che secondo il Wall Street Journal dovrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni, è la più seria che la compagnia miliardaria si appresterebbe ad affrontare negli Usa.
Google è già stata più volte nel mirino dell’Antitrust, anche in America: ma sotto esame erano quasi sempre finite le acquisizioni più o meno milionarie, come l’ultima appena un paio di mesi fa di ITA Software, una compagnia che avrebbe ulteriormente accresciuto la sua posizione dominante. Adesso però la casa di Mountain View rischia di finire alla sbarra proprio per quelle che vengono definite “questioni fondamentali” del suo business. Google rappresenta i due terzi delle ricerche su internet negli States e le ricerche, si sa, sono quelle che hanno trasformato il motore californiano in una macchina miliardaria, favorendo la pubblicità che ogni navigatore scorge accanto a ogni risultato, in una fascia separata e ben distinta. Ora i detective della FTC vogliono scoprire se oltre all’algoritmo dei misteri che ha fatto la fortuna del supermotore, Google abbia usato e usi “mezzi scorretti” per incanalare gli utenti sul suo network sempre più in espansione: ai danni ovviamente dei concorrenti.
L’indagine per la verità era nell’aria, o quantomeno nel web: Thomas Rosch, il commissario della Federal Trade Commmission, aveva annunciato qualche tempo fa di essere pronto a fare pulizia nel campo dell’industria della ricerca su internet, senza ovviamente specificare i nomi delle compagnie. Ma i nomi sono un segreto di Pulcinella: da una parte c’è Google, dall’altra lo sfidante Microsoft che con il suo Bing sta faticosamente cercando di guadagnare spazio nel campo praticamente monopolizzato. L’inchiesta, adesso, potrebbe allargarsi anche ad altre compagnie, e ai rapporti che hanno avuto appunto con Google. Un’indagine insomma che rischia di espandersi a ragnatela: che poi, si sa, in inglese si dice proprio web.
(Angelo Aquaro, www.repubblica.it)

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