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ALTIERI (AGCI): COLPO IRRIMEDIABILE ALLA PICCOLA EDITORIA LOCALE

Su Il Denaro, Rosario Altieri, presidente nazionale Agci, ha scritto le sue riflessioni sui tagli all’editoria minore. La misura approvata dal governo, secondo Altieri, “rischia di approfondire il solco che divide le grandi testate dalle esperienze editoriali locali, ma non per questo meno significative per la democrazia e per il pluralismo”.
Condividendo in pieno l’articolo scritto da Enzo Ghionni (presidente Federazione Italiana Liberi Editori) sull’argomento, Altieri cerca di affronatre il problema con oggettività, allontanandosi da valutazioni cha facciano riferimento a schieramenti specifici. Secondo Altieri, la ragione per cui l’Italia è ultima in Europa per lettura e diffusione di quotidiani e periodici è da accreditare alla insufficiente indipendenza, di gran parte della stampa, dai poteri politici ed economici. Se da un lato “i giornali più diffusi ed accreditati lasciano molti dubbi sull’autonomia che dovrebbe supportare la delicata missione dell’informazione”, dall’altra parte vi sono miriadi di “realtà editoriali che, atraverso una pesenza territorialmente articolata, rappresenta voci insostituibili di libertà e di pluralismo di cui una moderna democrazia dovrebbe non privarsi”. È la piccola editoria locale che “ci salva da un vero e proprio rischio di omologazione e normalizzazione”. Ed è proprio questa editoria che viene penalizzata dalla manovra approvata dalla Camera, martedì scorso, mentre restano “sostanzialmente inalterate le provvidende concesse alle testate maggiori, tra le quali: Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa ecc.”.
“Si tratta di una scelta oggettivamente liberticida” che costringerà molte testate locali a chiudere, “con tutte le conseguenze in termini di occupazione e di qualità dell’informazione”. “Qualche argomentazione giustificativa è stata fatta risalire alla necessità di adeguare il sistema dei contributi all’informazione alle direttive europee; francamente si è andati molto oltre e si è determinata una ulteriore discriminazione tra i gruppi editoriali forti e quelli meno dotati finanziariamente, ma non per questo meno preziosi per la democrazia”. “I tagli – conclude Altieri – così come approvati, non affrontano utilmente il problema, noi ci auguriao che alla ripresa dei lavori parlamentari possa essere avviata una fase di approfondimento scevra da ogni preconcetto e possano essere apportati al provvedimento, gli opportuni e necessari corettivi”.
Fabiana Cammarano

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