ALLEANZA PDL-LEGA PER IL TG1, MENTRE FA DISCUTERE IL DOPPIO INCARICO DI VERRO

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Altro colpo di scena in casa Rai. Maccari potrebbe essere confermato al Tg1. Sarà decisivo il voto di Antonio Verro. La proroga di Maccari sembrava impossibile appena tre giorni fa, ma un accordo “notturno” tra Pdl e Lega potrebbe ritardare la pensione dell’infaticabile direttore fino a giugno. La conferma sarebbe accompagnata dalla nomina del leghista Alessandro Casarin, attualmente condirettore dei Tgr del nord, a capo delle testate regionali nazionali. In poche parole l’accordo funzionerebbe così: la Lega aiuta il Pdl a confermare Maccari e il Pdl appoggia la nomina di Casarin al Tgr.
Ma le cose non sono così semplici, intanto bisogna aspettare le proposte del dg Rai, Lorenza Lei che entro le ore 14 di domani dovrà pronunciarsi. Inoltre, la proroga di Maccari si scontrerebbe con il voto contrario di Garimberti (foto) che vorrebbe una nomina condivisa e definitiva, possibilmente da pescare all’esterno della Rai, che assicuri credibilità e indipendenza.
«Sarebbe uno scandalo, se fosse confermata la notizia diffusa da Giulietti (dell’accordo Lega-Pdl) avremmo toccato il fondo. Saremmo davanti a uno scandalo alla faccia dell’informazione plurale e autonoma. Non voglio crederci perché immagino che anche se Pdl e Lega hanno firmato questo patto scellerato, sarà il direttore generale Lorenza Lei ad avere la forza e il coraggio di opporsi. Le proposte in Cda alla Rai devono sempre essere fatte dal direttore generale. Non dai consiglieri, neppure dalla maggioranza del consiglio», afferma Carlo Rognoni, responsabile del forum Pd per la riforma del sistema radiotelevisivo.
Emblematico lo sfogo del cdr del Tg1 che si sente in balia di beghe partitiche: «Ancora una volta il Tg1 è vittima di vertici aziendali inadeguati e giochi politici che nulla hanno a che fare col giornalismo. È inaccettabile che un’azienda in evidente caos debba aspettare l’ultimo giorno dell’interim per decidere sul Direttore della testata ammiraglia».
Anche il cdr del Tgr è contro i giochi di potere e spera in una soluzione condivisa in quanto «i 50 giorni di interim hanno lasciato molti problemi irrisolti».
Altro punto doloroso è la situazione di Antonio Verro, consigliere Pdl e deputato in carica, il cui voto potrebbe essere determinate nel cda Rai del 31 gennaio. Verro non può sostenere entrambi gli incarichi e dovrà decidere tra Viale Mazzini e Montecitorio. Tuttavia il neo-deputato ha tutto il tempo per fare il suo dovere in consiglio e poi decidere con calma a giochi fatti in quanto si è autosospeso dall’attività parlamentare fino alla scadenza a marzo del mandato in Rai. L’“ubiquità” di Verro non piace a Giulietti che la definisce una «occupazione militare assoluta, un’operazione di controllo politico militare del servizio pubblico. Mi rivolgo al presidente della Rai Garimberti e ai consiglieri di amministrazione e alle autorità di garanzia affinché si dissocino», afferma Giulietti.
Anche l’Usigrai da man forte e ha dichiarato di ricorrere alle vie legali se il voto di Verro risulterà determinante.
Colpi di scena, accordi segreti, occupazioni forzate. La Rai potrebbe ricavarci un film.

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