Un centinaio di piccoli editori di tutta Italia hanno lanciato un appello al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, perchè il decreto del 31 marzo scorso – che cancella le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria: quotidiana, periodica e libraria – venga al più presto ritirato.
“Le case editrici – si legge nell’appello – soprattutto quelle piccole e indipendenti, sopravvivono senza incentivi statali di nessun genere, tengono duro anche durante la crisi, scommettono sulle librerie e sui lettori e diffondono cultura, pluralità di opinioni e sapere, pur in assenza di una seria legge a sostegno della loro attività, come avviene invece nella maggior parte dei Paesi europei”.
Adesso, invece, il provvedimento governativo, che mette in pericolo “il loro fondamentale ruolo sociale”, provoca agli editori, “ogni giorno che passa in questa situazione, un rilevante danno economico”. Insomma, piove sul bagnato secondo, ad esempio, Guido Spaini, organizzatore della Fiera dei piccoli editori al castello di Belgioioso (Pavia): ”Un’operazione come questa è deleteria” – spiega -, specie considerando che la piccola e media editoria “ha già tanti grandi problemi”. Come quello delle librerie, perché “i grandi gruppi editoriali sono spesso anche proprietari delle grandi librerie e fanno il bello e cattivo tempo”, specie sapendo bene che per i piccoli “la prima, enorme difficoltà è arrivare ai lettori”.
(Avvenire)
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