Chi va in pensione non viene rimpiazzato e i giornalisti della Tgr Rai si ritrovano senza operatori. E fare il loro lavoro, senza un racconto per immagini che accompagni le notizie, diventa difficile se non impossibile nella televisione di Stato. La protesta dei giornalisti è puntualmente arrivata e viene dall’assemblea dei comitati di redazione e dei fiduciari della stessa Tgr Rai. Una situazione, quella denunciata dai cronisti di viale Mazzini, che appare surreale: “Si parta da un dato: negli ultimi 15 anni ogni telecineoperatore andato in pensione non è stato sostituito. La Rai ha deciso che questa figura professionale dovesse scomparire. La soluzione, adottata dai vertici aziendali che si sono susseguiti nel tempo, è stata esternalizzare quasi totalmente la produzione delle immagini per i tg”. Una soluzione che, in realtà, non lo è. Perché, spiegano i giornalisti, “I dirigenti fossero stati conseguenti nelle decisioni: non solo i tco andati in pensione non sono stati sostituiti, ma nemmeno è seguito, a ogni pensionamento, un aumento del budget a disposizione per gli appalti. La Rai ha così tagliato in modo lineare milioni di euro: dove sono finiti questi risparmi? Eppure, l’Usigrai aveva proposto agli ultimi 2 vertici aziendali la sperimentazione di una nuova figura professionale, il giornalista per immagini, che lavorerebbe sul campo in team con un inviato o un redattore, garantendo costi dimezzati a parità di ore lavorate da un service”.
Il risultato è una situazione “inaccettabile da molti punti di vista”, caratterizzata da “budget insufficienti per coprire tutte le notizie, tempo a disposizione per girare i servizi ridotto all’osso (a volte mezz’ora), service spremuti con anche 5-6 servizi al giorno, telegiornali sempre più capoluogo-centrici, perché non ci sono risorse per coprire i territori, venendo così meno alla missione di servizio pubblico”. In pratica, non ci sono abbastanza filmati per fare i telegiornali. “La mancanza di giornalisti per immagini e budget (per i service in appalto) ormai totalmente inadeguati hanno portato i caporedattori, che sono tenuti militarmente a rispettare i budget assegnati, ad avallare, e in alcuni casi a promuovere, pratiche scorrette e vietate dalle policy aziendali. Immagini regalate da uffici stampa (la disponibilità delle quali non deve condizionare i sommari dei tg), troupe messe a disposizione dagli organizzatori di eventi, interviste via Skype anche laddove si sarebbero potute realizzare in presenza, interviste raccolte dai service in autonomia, interviste autoprodotte dagli stessi intervistati, interi servizi coperti con una video-agenzia (immagini e interviste) che avrebbe dovuto essere integrativa, ma che ormai è sostitutiva delle nostre troupe”. Ciò, evidentemente, a tutto detrimento dell’informazione. Pertanto l’assemblea dei Cdr e dei fiduciari della Tgr suona la carica: “Riteniamo che sia necessario portare all’esterno dell’azienda una situazione non più accettabile, ritirando la firma ogni qualvolta non siamo messi nelle condizioni di svolgere degnamente il nostro lavoro. Il Cdr, ogni volta che lo riterrà opportuno, procederà alla richiesta di lettura di un comunicato sindacale in onda per spiegare le ragioni”.
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