Il caso Barbano, il silenzio che fa male al diritto di informazione

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Questo sito ha posto la giusta attenzione sul licenziamento di Alessandro Barbano dalla direzione de “Il Mattino” e sulle motivazioni ufficiali e ufficiose alla sua base. E’ corretto, e non piacevole, constatare che l’evento non ha avuto la giusta risonanza in Rete. Un comunicato del Partito Radicale parla di “assordante silenzio” per descrivere lo scarso clamore suscitato dalla vicenda. E’ un’espressione decisamente azzeccata, che inquadra alla perfezione l’inquietante distacco tra l’opinione pubblica e la stampa nei nostri giorni. Gli insulti piovuti addosso a Gaia Tortora, conduttrice di Omnibus, per aver dato modo a Barbano di illustrare il proprio punto di vista sono un’ulteriore prova di questo livore. E in questo vi è anche una parziale responsabilità del Movimento 5 Stelle, che al momento governa il paese insieme alla Lega, il quale ha sempre minimizzato l’importanza dell’informazione tradizionale per la società. Non c’è da stupirsi se, poi, sulle piattaforme sociali si registrino atteggiamenti ostili al dialogo.
Quello di Barbano, a detta di colleghi della redazione e non, era un giornalismo ben attento a tematiche scottanti, generali e riguardanti la città di Napoli. A questo riguardo è interessante lo spunto di riflessione posto da jobsnews: questo caso avrebbe avuto tutt’altra risonanza se fossero state coinvolte testate importanti a livello nazionale? Probabilmente si, se ne sarebbe parlato di più, essendo più ampio il bacino degli stessi. Ma la decisione dell’editore sarebbe stata comunque vincolante. Come è accaduto in questa fattispecie con Caltagirone Editore.
Anche Barbano ad “Omnibus” ha parlato di scelta legittima. Resta il fatto che, legittima o meno, sia stata molto discutibile nella cornice giuridica di un giornalismo che dovrebbe sempre mantenere la propria autonomia intellettuale. Chi parla di defenestrazione, a torto o a ragione, non fa altro che mettere in luce una decisione la cui ratio non sembra essere suffragata dai fatti. Tutto si risolve nel seguente circuito. Il nostro paese ha bisogno di un’opinione pubblica il più chiara e obiettiva possibile, che vada realmente a incidere sulle sorti della nostra democrazia. Ma essa non matura senza un’informazione libera, non influenzata da poteri esterni. E a questo serve la carta stampata, che per tale motivo va adeguatamente difesa. Non come nel caso Barbano.

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