Il tempo per i cambiamenti è finito.
Lo stop arriva dal relatore per il Pdl, Maurizio Castro che definisce blindati il migliaio di emendamenti sul ddl lavoro.
Con evidenza gli emendamenti presentati sono in esubero e già si è proceduto al taglio del 50% degli emendamenti, secondo quanto riferisce lo stesso Castro, relatore al provvedimento.
Quella che si prospetta è una lunga settimana per Anna Finocchiaro,presidente del gruppo Pd al Senato che proclama comunque un sano ottimismo per i testi che sono già pronti.
Ecco alcuni degli emendamenti giunti al Senato e le relative richieste di modifiche presentate.
Preminente è l’introduzione del salario di base minimo determinato annualmente con decreto del Ministero del Lavoro per i cocopro ( i lavoratori parasubordinati) e l’assegno di disoccupazione.
Sulla base dei dati Isfol è stimato che in Italia i lavoratori parasubordinati siano 1 milione 422 mila: il 46,9%, pari a 676 mila unità, e hanno un reddito medio di 9.855 euro l’anno.
Un ulteriore punto riguarda i licenziamenti e la norma sul reintegro, a questo proposito il licenziamento intimato ex art.7 della legge n. 300/1070 o dell’art. 7 della legge n. 604/66 produce effetto dal giorno della comunicazione con cui il procedimento è stato avviato, salvo l’effetto sospensivo prodotto dalla maternità e dall’infortunio sul lavoro.
Per quanto riguarda le partite Iva, saranno considerate tali quelle che produrranno un reddito annuo lordo superiore ai 18 mila euro ed è inoltre necessario che la postazione in azienda sia fissa.
Su questo limite c’è la richiesta di allargamento dei criteri per consentire l’utilizzo delle partite Iva evitando l’obbligo delle trasformazioni in contratti di lavoro subordinato.
Per i contratti a termine secondo i relatori, possono durare fino ad un anno (in luogo dei sei mesi previsti dal testo originario) mentre per i tirocini è introdotta una amministrativa da 1.000 a 6.000 euro in caso di mancata corresponsione al tirocinante della prevista indennità economica.
Intanto l’economista Fiorella Kostoris, in un’intervista a Labitalia dichiara che teme lo spettro delle elezioni anticipate, in caso il ddl lavoro trovi ostacoli alla sua approvazione.
Nel mentre le votazioni sono già iniziate e si parte con l’esame delle proposte di modifica ai 29 articoli su cui sono stati espressi i pareri della commissione Bilancio sulle coperture.