La radio digitale, meglio nota come DAB+ (Digital Audio Broadcasting), è la tecnologia radiofonica più moderna per ricevere il segnale via etere. Il DAB+ è destinato a soppiantare completamente la ricezione analogica in onde ultracorte (OUC). Per ricevere le reti radiofoniche in DAB+ serve un apparecchio DAB+. I modelli comuni, infatti, non sono in grado di captare il segnale DAB+.
I vantaggi in sintesi
• Programmazione ampia e variegata: alle attuali reti in OUC si aggiungono quelle in DAB+
• Facilità d’uso: sintonizzazione automatica delle reti, senza ricerca o immissione delle frequenze
• Ricezione perfetta: massima qualità d’ascolto senza interferenze
• Informazioni supplementari: sotto forma di testi e immagini
• All’avanguardia: perché concorrenziale e rispettosa dell’ambiente
In origine, l’obiettivo principale del DAB era di introdurre una tecnologia digitale per la diffusione dei segnali radio che, rispetto alla tradizionale trasmissione analogica FM, comportasse diversi vantaggi: maggiore qualità del suono, più contenuti inviati ai radioascoltatori (testi, immagini, ecc…), maggiore efficienza nella gestione delle frequenze disponibili da cui deriva un maggior numero di stazioni possibili e costi inferiori per la trasmissione. In particolare la capacità di trasmettere più segnali radio digitali attraverso un solo trasmettitore, il cosiddetto multiplexing, avrebbe dovuto rappresentare un forte incentivo per i produttori di contenuti radio nel passare al DAB. In realtà le cose stanno diversamente. In tempi di crisi economica e calo di vendita degli spazi pubblicitari, il passaggio alla nuova tecnologia potrebbe essere visto dagli operatori del settore semplicemente come un investimento da evitare, soprattutto nel nostro Paese, in quanto il vantaggio derivante dal multiplexing è solo a medio-lungo termine poiché i costi di realizzazione delle stazioni di trasmissione in DAB+ sono notevolmente superiori a quelli dei corrispondenti trasmettitori FM e possono essere ammortizzati solo nel tempo visti i condivisi (tra tutte le stazioni che afferiscono ad un trasmettitore) costi di manutenzione. Altra cosa da considerare certamente il fatto che le modalità di trasmissione del segnale DAB+ sono incompatibili rispetto alle tradizionali radio FM. Moltissime stazioni radio in Italia, infatti, hanno assunto una struttura redazionale e commerciale organizzata con riferimento al territorio che servono e, pertanto, una stessa stazione radio è libera di fornire contenuti pubblicitari differenti a seconda dell’area in cui la trasmissione viene effettuata. La tecnologia DAB+, invece, basa la sua filosofia di diffusione sul concetto di consorzio tra radio al fine di condividere le strutture dedicate alla trasmissione. E’ chiaro che quest’ultima organizzazione è difficilmente conciliabile con una pregressa rete di stazioni radio FM nazionali e locali ricca e fitta come quella che abbiamo in Italia.
In Svezia la radio di Stato e tutte le grandi radio private vogliono trasmettere in DAB+. Il governo sta potenziando la rete di trasmettitori. In Danimarca il passaggio dal sistema DAB a DAB + avverrà nel 2013 e in Svizzera accadrà nei prossimi giorni, anche se alcune reti continueranno ad essere trasmesse anche in DAB fino al 2015 e rimarranno compatibili con le radio DAB.
In Italia il Club DAB Italia, società consortile composta da importanti imprese radiofoniche private nazionali facenti capo ai maggiori gruppi editoriali ( Espresso – Mondadori e Sole 24 ore) oltre ad editori indipendenti come Radio Radicale, RDS e Radio Maria hanno ottenuto il nulla osta per l’avvio della realizzazione della prima rete nazionale in tecnica digitale, che partirà , come prevede l’Agcom, proprio dal Trentino. Insieme alle radio nazionali due consorzi di emittenti locali, tra le più ascoltate in Trentino, hanno ottenuto il riconoscimento per l’avvio delle loro trasmissioni digitali. Insieme ai privati anche la Concessionaria pubblica Rai sarà impegnata nell’avvio di questa nuova tecnologia. Il Trentino è una Provincia autonoma relativamente piccola e adatta alla sperimentazione. Ma quando in gioco si farà interessante e si proverà a sperimentarlo su Regioni estese quali potrebbero essere la Lombardia, il Lazio, la Campana e la Sicilia, allora sì che sarà duro che tutti andranno amore e d’accordo. Andassero a spiegarlo agli editori loali che debbono “per forza” consorziarsi per sopravvivere..
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