39 ore di fermo di polizia, 10 ore di perquisizione, presentazione davanti a un giudice il 25 settembre: questo il destino inflitto ad Ariane Lavrilleux , giornalista investigativa di Disclose, contro la quale lo Stato ha sporto denuncia per violazione della “privacy”. Iniziano in maniera decisamente polemica gli Stati generali dell’Informazione in Francia. Giornalisti sul piede di guerra ma non solo. Si preannunciano dibattiti molto serrati sul fronte della libertà di stampa ma anche sui contributi all’editoria. Un settore, secondo molti, completamente da riformare partendo dalla distribuzione fino alla transazione al digitale. Il motivo è semplice. La maggior parte del sostegno pubblico è destinato ai grandi gruppi editoriali a discapito delle piccole realtà locali che devono far fronte anche ai problemi legati alla distribuzione e alla scarsa attrattiva di risorse pubblicitarie, siano esse del settore privato o pubblico. Gli aiuti ci sono, si potrebbero attuare soluzioni più efficaci, come un’imposta sulla pubblicità dell’1% ridistribuita ai titoli locali e di informazione generale con scarse risorse pubblicitarie.
Tocca al governo ricordare che gli aiuti pubblici alla stampa sono essenziali, ma non sono né un sussidio né una condizione di fedeltà a qualche potere, come gli aiuti alla cultura. Sono responsabilità dello Stato, che non interviene nell’informazione ma fornisce il quadro e i mezzi affinché essa possa essere utilizzata, in tutta la sua diversità e pluralismo di analisi. L’indipendenza dei media e l’accesso all’informazione devono essere garantiti, in particolare attraverso la distribuzione dei giornali, e il problema non si risolve con lo smantellamento di La Poste ma creando una rete di distribuzione capillare in modo da risolvere definitivamente il gap tra le grandi città e i piccoli paesi di provincia.
Sarà interessante nei prossimi giorni conoscere il punto di vista dei distributori che beneficiano, tra aiuti diretti e credito d’imposta, di una delle fette più grandi degli aiuti alla stampa in Francia.
Salvatore Monaco
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