AIIP SU FIBRA OTTICA: LA RIMOZIONE DELL’ACCESSO BITSTREAM POTREBBE LEDERE LA CONCORRENZA

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L’Associazione italiana internet provider rivolge un appello alle Istituzioni e alle Autorità di regolazione al fine di garantire il libero mercato relativo ai costi e all’accesso ai servizi di banda larga di nuova generazione.
Oggetto del comunicato, riportato anche da una pagina a pagamento del Sole24Ore, è la delibera n. 301/11/CONS volta a regolamentare i servizi di accesso alle reti di nuova generazione, nello specifico le reti in fibra ottica (NAGN), di prossima approvazione da parte dell’Agcom.
L’AIIP anche in sede di consultazione aveva sollevato forti dubbi su quella parte del provvedimento che contempla la rimozione dell’accesso Bitstream nelle aree non competitive, una volta trascorso un congruo lasso di tempo (12/24 mesi) dalla disponibilità di un’offerta di unbundling ( ovvero lo “spacchettamento” del servizio in unità operative gestite in maniera indipendente da una pluralità di soggetti).
Il problema consiste, in altre parole, nel venir meno dell’obbligo da parte di Telecom Italia di fornire la propria capacità trasmissiva sulle reti in rame (secondo prezzi orientati ai costi) agli altri operatori di telecomunicazioni (OLO- Other Licensed Operators, dunque gli ISP), concorrenti al fornitore dominate nell’erogazione di servizi voce/dati verso i clienti finali. Un aspetto che, secondo Tiscali ed AIIP, sarebbe in contrasto con uno dei 5 principi individuati dall’Agcom come fondamento della strategia di regolazione delle NGN, quello cioè della “Ladder of investment” (letteralmente “Scala degli investimenti”), ovvero lo strumento regolamentare volto a sviluppare una concorrenza infrastrutturale. Si legge infatti nel punto D. 8.3 nell’Allegato B alla delibera: “Tale rimozione cristallizzerebbe il tessuto competitivo del mercato limitando la concorrenza ai soli operatori presenti prima della rimozione dell’obbligo, inibendo di fatto l’ingresso di nuovi operatori”.
Nel suo comunicato l’Aiip pertanto ribadisce il rischio derivante da una deregolamentazione a fronte della mera esistenza o della previsione di infrastrutture alternative, dunque non supportata da un’analisi di mercato su dati storici e reali e “che porterebbe inevitabilmente alla ri-monopolizzazione del mercato. Se il testo in consultazione – prosegue la nota – non verrà modificato verrà meno la concorrenza nella fornitura nelle reti di nuova generazione, facendo un passo indietro nel processo di liberalizzazione, limitando la scelta dei consumatori e delle aziende Italiane. Inoltre la mancata applicazione delle regole EU (ovvero la Raccomandazione della Commissione Europea che impone ai regolatori nazionali delle Tlc di garantire un equilibrio adeguato tra la necessità di incoraggiare gli investimenti e quella di tutelare la concorrenza, come previsto dalla direttiva quadro sulle tlc 2002/21/CE, ndr) causerebbe la chiusura indebita di operatori del settore con la perdita di migliaia di posti di lavoro, in un momento in cui la priorità delle Istituzioni dovrebbe essere quella di salvaguardare la concorrenza ed i posti di lavoro ed opporsi alle posizioni di rendita.
Il messaggio è chiaro: mantenere il servizio di interconnessione Bitstream anche per le reti di nuova generazione risulta indispensabile per l’accesso all’infrastruttura da parte dei singoli provider di rete, oltre a tradursi in un’opportunità per lo sviluppo e la crescita economica del Paese. A tal fine, secondo l’Aiip, il servizio deve essere pertanto “fornito a condizioni economiche orientate ai costi e a condizioni tecniche non discriminatorie su tutto il territorio nazionale”.

Manuela Avino

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