Agitazione al Corriere della Sera, arriva la replica dell’editore dopo le dichiarazioni espresse dai comitati di redazione del quotidiano milanese e della redazione fiorentina. In una nota, apparsa proprio sulle colonne del giornale in risposta allo sciopero delle firme attuato dai giornalisti, Rcs ha spiegato la sua versione dei fatti sull’argomento fusione. “La fusione per incorporazione di Rcs Edizioni Locali in Rcs MediaGroup rappresenta un passo importante di valorizzazione delle edizioni locali che avranno modo di partecipare con maggiore coinvolgimento alla vita della azienda e contribuiranno meglio, con questa nuova organizzazione, alla qualità e alla completezza informativa del Corriere della Sera”.
Ma non basta. La nota dell’editore va anche oltre e sullo smartworking, altro pomo della discordia tra giornalisti e azienda, Rcs spiega. “L’azienda ribadisce inoltre che i contenuti indipendenti, autorevoli e di qualità del Corriere della Sera sono il risultato di una tradizione di lavoro in presenza che valorizza il confronto, il dibattito e lo scambio di opinioni tra i giornalisti”.
Infine l’editore ha aggiunto: “Per questo l’Azienda ritiene che, dopo un periodo di emergenza in cui lo smart working ha funzionato, sia ora il momento di tornare al modello lavorativo in presenza. Infine si ricorda che il Corriere può contare su una redazione di 470 giornalisti dipendenti a cui si aggiunge un parco di collaboratori di oltre 1.700 persone, risorse fondamentali che contribuiscono alla qualità informativa quotidiana, e verso cui l’azienda nutre il massimo rispetto”.