La cessione di Agi alla famiglia Angelucci non s’ha da fare, per il Partito democratico. I dem sono pronti alle barricate. O, almeno, lo sono nelle parole di Sandro Ruotolo, che ricopre oggi con la segreteria guidata da Elly Schlein, il ruolo di responsabile dell’informazione del Pd. Ruotolo, con qualche mese di ritardo, si accorge delle voci secondo cui la famiglia Angelucci vorrebbe acquisire nel suo polo editoriale, che si va rafforzando (a differenza di ciò che fanno altri, leggi Gedi e gli Elkann che, invece, stanno smobilitando), l’agenzia Agi. Ruotolo reagisce con un tackle al limite dell’area che mischia polemica politica, ideologia e affari: “Ci giungono voci, sempre più insistenti, di una trattativa in stato avanzato tra il re delle cliniche private del Lazio, Antonio Angelucci, che è anche editore di carta stampata, immobiliarista e parlamentare della Lega e l’Eni, per la vendita di un prezioso ramo d`azienda come l`agenzia di stampa Agi”. Ruotolo utilizza parole durissime per esprimere la contrarietà sua e del suo Partito all’eventuale affare: “L’Agi, lo si ricorda, ha una storia di più di settant`anni e venderla ad un parlamentare dello stesso partito del ministro dell’Economia (che detiene l`importante controllo dell’Eni) è un cortocircuito incredibile – aggiunge Ruotolo – degno della peggiore Ungheria di Orban”.
Parole durissime. A cui Ruotolo aggiunge: “Da mesi giace in Parlamento una interrogazione del Partito Democratico, a cui mai è stata data risposta. Chiediamo al Governo di smentire ufficialmente la vendita. Non permetteremo che l’Agenzia Agi diventi di proprietà di Angelucci. C’è un enorme conflitto di interessi e un attacco all`indipendenza delle agenzie di stampa”.
Non è banale notare che, sulle indiscrezioni riguardanti l’ipotesi di una cessione di Agi, già a gennaio scorso era arrivato il secco niet da parte dell’Eni che aveva seccamente smentito i rumors di cui, oggi, parla Ruotolo.
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