Stop alla direttiva Lotti per l’abilitazione delle agenzie di stampa a fornire servizi informativi, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Velino. Il Tar viene adesso sollecitato a fissare l’udienza di merito
La direttiva Lotti, con cui il sottosegretario alla presidenza del consiglio ha stabilito i requisiti minimi di cui devono essere in possesso le agenzie di stampa per l’acquisto dei servizi informativi e giornalistici, viene sospesa dal Consiglio di Stato. A presentare ricorso contro la direttiva è stata l’agenzia di stampa Il Velino, rappresentata dall’avvocato Federico Tedeschini.
Il Velino contestava l’ordinanza con cui lo scorso dicembre il Tar del Lazio aveva respinto le richieste dell’agenzia e confermato la direttiva. Nello specifico, la società editrice del Velino, Agv News, aveva preso posizione contro i nuovi parametri, ritenuti più stringenti e selettivi, per la selezione delle testate giornalistiche con cui la Presidenza del Consiglio avrebbe stipulato le convenzioni nel 2016 e nel 2017. Oltre ad alcuni criteri economici, secondo la direttiva Lotti per stipulare la convenzione ogni agenzia avrebbe dovuto avere: 50 giornalisti assunti, 3 sedi nazionali, 15 ore di trasmissione al giorno per sette giorni la settimana, 500 lanci giornalieri, abbonamenti a 30 testate.
“L’impugnata direttiva del Dipartimento per l’editoria appare – si legge nell’ordinanza della IV sezione del Consiglio di Stato – nei limiti di delibazione propria della presente fase, carente di motivazione sui nuovi requisiti che devono possedere le agenzie di stampa e per difetto di ragionevole proporzionalità di questi ultimi rispetto alle esigenze informative delle amministrazioni”. Il testo sottolinea anche che “sussiste l’esigenza di assicurare l’effettività del pluralismo dell’informazione che deve orientare l’acquisto di servizi informativi e giornalistici da parte della pubblica amministrazione”.
In sostanza, secondo il Consiglio di Stato la direttiva Lotti “merita d’essere riesaminata e approfondita da parte del Dipartimento per l’editoria in relazione agli aspetti citati”. Per ora, in ogni caso, “va sospesa (impregiudicati restando i contratti medio tempore eventualmente già stipulati con terzi)”. Palazzo Spada ritiene opportuno sollecitare il Tar, che in primo grado aveva respinto la sospensiva, a fissare in fretta l’udienza di merito sulla questione anche se, spiega l’Ansa, occorrerà aspettare ragionevolmente qualche mese.